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Si tratta su Lukoil, spunta una cordata guidata dai qatarioti

E il governo userà il "golden power", cioè il diritto di veto in virtù dell’importanza strategica di una società

L'area del petrolchimico di Augusta-Priolo

Per la cessione della Isab di Priolo, la raffineria siciliana che fa capo al gruppo russo Lukoil, il governo è pronto ad applicare il golden power, cioè la partecipazione che dà allo Stato il diritto di veto in virtù dell’importanza strategica di una società.

Il Ministero delle Imprese e Made in Italy, guidato da Adolfo Urso, ha «confermato che sono in corso interlocuzioni con varie aziende nazionali e internazionali» interessate all’acquisizione dell’impianto siciliano. Ma in funzione del «ruolo strategico» che l’impianto riveste per «garantire l’approvvigionamento energetico» del Paese - si spiega - a «tutti i soggetti interessati» è stato illustrato il contesto legislativo «previsto dal golden power», al fine di «garantire lo sviluppo» del polo produttivo anche per quanto riguarda «la produzione, i livelli occupazionali e il pieno rispetto delle norme ambientali».
Per lo stabilimento di Priolo da tempo è noto l’interessamento del fondo Usa Crossbridge.

Ma nelle ultime ore sarebbe spuntato anche quello di una cordata che fa riferimento a un uomo d’affari del Qatar, Ghanim Bin Saad Al Saad, insieme ad alcuni investitori di casa nostra. Il consorzio a guida qatariota sarebbe stato presentato al governo italiano da un team di consulenti di cui fa parte anche l’ex primo ministro Massimo D’Alema.
Saad Al Saad a Doha é uno degli uomini d’affari più ricchi in Qatar: ha creato circa 30 anni fa la conglomerata Gssg formata da 45 aziende in settori diversi come l’aviazione, l’immobiliare, le gestioni patrimoniali, le comunicazioni, oltre agli idrocarburi.
Una delegazione della nuova cordata avrebbe già incontrato nei giorni scorsi a Roma il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto, che col ministro Urso e col ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti si occupa del caso di Priolo. Dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica non ci sono però conferme.

La raffineria di Priolo è stata salvata la settimana scorsa da un decreto del governo Meloni che l’ha messa in amministrazione fiduciaria per i prossimi due anni.
Infatti dal 5 dicembre scorso rischiava lo stop a causa dell’entrata in vigore dell’embargo europeo al petrolio russo. La soluzione trovata ha garantito la produzione e salvaguardato 10 mila posti di lavoro, considerando l’indotto. Il decreto salva-Isab inoltre si accompagna con le rassicurazioni date al ministero delle Imprese dall’autorità americana Olac (Office of Foreign Assets Control’s): una “comfort letter” con la garanzia che le banche che finanzieranno le operazioni ponte per Isab non saranno sottoponibili a sanzioni americane.

Il ministro Urso quindi nei giorni scorsi non ha nascosto che per controllare in questa fase la Isab di Priolo potrebbe scendere in campo l’Eni, per garantire continuità produttiva. Mentre con la richiesta di amministrazione temporanea arriverà anche la nomina di un commissario che potrà essere incaricato per 12 mesi, prorogabili per altri 12.

Intanto torna sotto i riflettori anche la spinosa vicenda del rigassificatore galleggiante di Piombino.
Il proprietario Snam sta lavorando ad una soluzione per un possibile riposizionamento offshore del rigassificatore dalle coste toscane.
«Il posizionamento della piattaforma offshore dopo i tre anni nel porto di Piombino potrebbe essere fuori dalla Toscana e per me potrebbe essere una bella notizia. Snam sta trovando una soluzione che la porti fuori dalla Toscana», ha annunciato il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani.

«La cosa che la società mi ha chiesto, per lavorarci, è una proroga del termine di 150 giorni. Io ho detto che non è possibile, abbiamo fatto i calcoli. Ma darò ulteriori 100 giorni a Snam per trovare una piattaforma al di fuori della costa Toscana», ha precisato Giani. Sul rigassificatore è intervenuto anche il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi.
«Tutta Europa sta soffrendo per il caro energia e l’Italia più degli altri per scelte scriteriate fatte in decenni di mancata politica energetica e quindi industriale», ha detto Bonomi. «La Germania in 200 giorni, partendo da zero, ha realizzato il suo rigassificatore» ha sottolineato, sollecitando quindi il rigassificatore di Piombino. «È importante che il rigassificatore venga realizzato, perché andrebbe a incidere sul prezzo del gas del nostro Paese», ha spiegato Bonomi.

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