«Un drammatico incidente domestico, una tragica fatalità, una disgrazia»: non si dà pace Nicole, la giovane mamma di Silvia, la piccola di appena dieci mesi morta nel primo pomeriggio di ieri l’altro (9 maggio) al pronto soccorso dell’ospedale Trigona di Noto, dove era stata portata dai familiari perché aveva ingerito candeggina. In che modo? Le circostanze sono ancora tutte da chiarire.
Una corsa disperata in ospedale, ma non c’è stato nulla da fare. Quando è arrivata, secondo il racconto fornito dai sanitari che l’hanno soccorsa, «la piccola era incosciente e in arresto cardiaco». Una città in lutto, una famiglia distrutta, un dolore immenso per genitori e nonni che hanno visto spegnersi troppo presto la vita della loro piccola Silvia.
Ieri, nella casa di contrada Busulmone, a pochi chilometri da Noto, luogo della tragedia, su disposizione della Procura della Repubblica di Siracusa sono stati posti i sigilli: un atto necessario per consentire agli investigatori di svolgere le indagini, indispensabili per stabilire la verità su quanto accaduto. Al tempo stesso sul corpicino di Silvia è stata disposta l’autopsia che, con ogni probabilità, sarà eseguita nei prossimi giorni a Catania. Sono queste le novità emerse all’indomani della morte della piccola. È ancora presto per stabilire l’esatta dinamica del tragico incidente: si dovrà verificare, attimo per attimo, come avrà fatto Silvia a ingerire la candeggina.
L’ipotesi più accreditata, al momento, è che possa essere finita col girello, mentre giocava per casa, proprio contro il catino contenente il micidiale liquido. Potrebbe essere questo l’episodio chiave, e qui si concentrerà l’attenzione degli inquirenti che dovranno mettere insieme le varie tessere per ricostruire un mosaico tutto da comporre e da ordinare. Ma qualsiasi supposizione - e al momento non mancano - dovrà fare i conti con esami, accertamenti e rilievi che saranno eseguiti dagli investigatori all’interno dell’abitazione e, anche, con la versione fornita dalla madre Nicole, che subito dopo l’incidente è stata sentita dai carabinieri della locale compagnia, i primi ad essere stati avvertiti della tragedia proprio dai medici del pronto soccorso. Al momento dell’incidente in casa, con Silvia, oltre alla mamma, c’erano il fratellino e la sorellina, rispettivamente di sette e sei anni.
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