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La donna marocchina sgozzata a Lentini, il marito nega di averla uccisa

La casa della coppia e nel riquadro la vittima, Naima Zahir

Un grido ha squarciato il silenzio della sera in via Ronchi, a Lentini, nel Siracusano. L’urlo che si è sentito nel centro storico sabato intorno alle 21.30 era quello di Naima Zahir, 45 anni, originaria di Casablanca, in Marocco. Proveniva dall’interno dell’abitazione dove viveva con il marito, tappezziere, anche lui di 45 anni, che ha avvertito la polizia dicendo che la moglie era a terra priva di vita. Secondo la prima ispezione cadaverica del medico legale Giuseppe Ragazzi, la donna sarebbe stata pugnalata alla gola con un’arma da taglio. Gli agenti del commissariato di Lentini, diretti dal dirigente Andrea Monaco, hanno trovato e sequestrato un grosso coltello da cucina che potrebbe essere stata l’arma del delitto. Occorrerà capire se la lama è compatibile con le ferite rinvenute sul cadavere. Gli investigatori della squadra mobile, coordinati dal dirigente Gabriele Presti, hanno cercato di raccogliere il maggior numero di elementi possibili, tra cui i filmati delle telecamere del sistema di videosorveglianza della casa.

La casa è stata ispezionata con dovizia per cercare particolari utili per le indagini Sono stati sentiti anche il figlio diciannovenne della coppia, che non era in casa al momento del delitto, gli amici e i vicini di casa per capire se la vittima e il marito litigassero spesso o vi fossero contrasti. I vicini, secondo indiscrezioni, descrivono una famiglia tranquilla, dicendo che dalla casa non c'erano stati segnali di grosse liti. Una vicina di casa avrebbe raccontato che dopo aver sentito l'urlo, avrebbe visto il marito uscire fuori dalla casa. Poco dopo sarebbero arrivati gli agenti di polizia. Ma si tratta di racconti che devono trovare la conferma nelle testimonianze raccolte dagli investigatori.

Nella cittadina agrumicola che si trova al confine tra Siracusa e Catania in tanti conoscono il tappezziere 45enne, appassionato tifoso della locale squadra di calcio, e la moglie casalinga. E non si spiegano cosa sia potuto accadere. Il marito, principale sospettato, da ieri è in commissariato a Lentini sottoposto ad un lungo interrogatorio. Non ha confessato il delitto. Il sostituto procuratore Gaetano Bono, che coordina l’inchiesta, non ha emesso alcun provvedimento. Secondo l’ipotesi che al momento sembra quella più accreditata tra marito e moglie ci sarebbe stata una lite: l’uomo avrebbe agito d’istinto, avrebbe afferrato un grosso coltello da cucina ed avrebbe colpito la donna alla gola. La vittima sarebbe morta sul colpo.

I poliziotti per tutta la notte e fino a ieri sera, hanno interrogato il marito, assistito dall’avvocato di fiducia Alfio Russo, davanti al sostituto procuratore. La coppia, secondo la ricostruzione, si è sposata a Casablanca nel 2001. L'uomo l’avrebbe portata nel 2002 a Lentini, dove l’anno successivo sarebbe nato il figlio, oggi diciannovenne. L’attività investigativa degli inquirenti in questi ore è concentrata anche a raccogliere elementi utili alle indagini ascoltando parenti, conoscenti ed amici e vicini di casa per capire se la coppia ha avuto dei contrasti o se erano frequenti delle liti che hanno sfociato sabato sera nella tragedia. Il magistrato ha disposto il sequestro dell’abitazione e l’autopsia sul corpo della donna.

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