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Priolo, Faraone venerdì sfida l'ordinanza davanti ai cancelli Lukoil

Davide Faraone

Il senatore del Pd, Davide Faraone, si recherà il 26 luglio, alle 11, a Priolo "per sfidare l'ordinanza che vieta le manifestazioni davanti alla raffineria Lukoil e per difendere, davanti ai cancelli della Isab, il lavoro e il diritto di manifestare". Lo ha fatto sapere il parlamentare attraverso una nota.

"Il ministro dell’Interno Salvini - continua - deve spiegarci perché si rifiuta di rispondere in Parlamento in merito alle sue relazioni con la Russia e, nel caso dell’Isab di Priolo, risponde immediatamente signorsì alle rimostranze dell’ambasciatore russo Razov, impedendo ai lavoratori il sacrosanto diritto di manifestare per difendere il proprio posto di lavoro. È inconcepibile che un ministro, avendo giurato di essere fedele alla Repubblica e alla Costituzione e di esercitare la sua funzione nell’interesse esclusivo della Nazione, si pieghi agli interessi economici di potenze straniere, sacrificando la libertà di manifestare nel nostro Paese. Se questo non è alto tradimento, cos'è?».

Annunciando su Facebook un’interrogazione sulla vicenda Lukoil, il deputato del Partito Democratico, Fausto Raciti: "La presunta trattativa tra la Lega di Salvini e la Russia non è, per quanto aberrante, solo un fatto di cronaca politica e giudiziaria. È invece la dimostrazione di cosa accade quando qualcuno svende gli interessi del proprio paese a una potenza straniera, come successo in Sicilia".

E continua: "A Priolo, in provincia di Siracusa, c'è una raffineria, la Isab Lukoil. È un impianto russo. Davanti a quest' impianto - dice - ci sono spesso stati scioperi dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali, per via del mancato rinnovo di un appalto che ha causato gravi perdite di posti di lavoro. Quello che insomma accade in tante fabbriche nel nostro territorio. Qui però, con una circolare del prefetto, si è stabilito il divieto di assembramenti davanti ai cancelli della fabbrica, motivandolo con ragione di ordine pubblico. Già così suona male. Ma oggi apprendiamo che suona pure peggio. Le cose sono andate in questo modo: l’ambasciatore russo in Italia scrive una bella letterina al ministro Salvini: 'Caro Matteo'. La lettera sollecita un intervento, non tanto perché ci sono ragioni di ordine pubblico, ma perché questi scioperi così fastidiosi stanno facendo perdere un sacco di soldi alla raffineria".

"Tutti questi incartamenti - conclude Raciti - sono ovviamente agli atti ed oggi stesso presenterò un’interrogazione parlamentare al ministro degli Interni. Perché la difesa della patria, 'Caro Matteo', non si fa militarizzando i confini e proteggendo il paese dai reati di umanità, ma difendendo i cittadini e i lavoratori dai reati di corruzione e dalle pressioni di potenze straniere e dei tuoi protettori".

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