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L'incidente sulla statale di Augusta e l'addio ad Adriano Corvaglia: la famiglia chiede giustizia

La moglie dell'operaio previpitato con l'auto in una scarpata: «Nessun altro deve andare a lavorare e non fare più ritorno su quella strada»

A Siracusa è il giorno dell'addio ad Adriano Corvaglia, l'operaio di 58 anni che il 23 aprile ha perso la vita in un incidente stradale. La tragedia è avvenuta sull'ex strada statale 114, nel territorio di Augusta: l'uomo stava tornando dal lavoro quando per cause ancora da accertare è uscito di strada ed è finito in una scarpata. L'impatto non gli ha lasciato scampo, mentre il figlio, che viaggiava con lui, è rimasto ferito ed è stato ricoverato.

Oggi, 29 aprile, l'ultimo saluto nella chiesa della Sacra Famiglia. La salma è infatti stata restituita ai familiari dopo l'autopsia eseguita su disposizione della procura che ha aperto un'inchiesta. Sono ancora molti i punti da chiarire, a partire dalle condizoni in cui si trovava il guardrail al momento dell'incidente. In quel tratto, in passato, si sono verificati anche altri gravi impatti. In queste ore Zaira Salerno si è sfogata sui social e chiede giustizia: «Non mi arrendo finché non arriverò al mio scopo. E già sono partita, ora non mi ferma più nessuno. Sfogherò la mia rabbia e il mio dolore così, la tua morte servirà a salvare altre vite, perché nessun altro deve andare a lavorare e non fare più ritorno su quella strada. Si parlerà ancora molto di te, vita mia».

Sono stati disposti accertamenti e perizie per ricostruire la dinamica dell'incidente e stabilire le responsabilità. Corvaglia, originario di Avola, viveva ormai da diversi anni a Siracusa con la sua famiglia. Lavorava in uno stabilimento della zona industriale, da cui stava tornando dopo una lunga giornata. In tanti l'hanno ricordato come un uomo sempre pronto ad aiutare il prossimo e con il sorriso sulle labbra.

«Adriano amico mio d'infanzia e collega - scrive Gaetano -, non è facile trovare le parole giuste per esprimere ciò che ognuno di noi sente in questo momento: la cosa certa è che mi mancherai, ci mancherà tutto di te, la tua voce quando mi chiamavi ma frate Tano, le tue battute, e soprattutto al lavoro eravamo una coppia fissa io tu e Pippo Zanti. Sarai sempre presente dentro di me. Condoglianze alla famiglia».

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