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Inchiesta all'Asp, continuano le indagini: "Sistema fraudolento"

SIRACUSA. Si è preso due mesi di tempo il gip del tribunale, Patricia Di Marco, per decidere la sorte dei 19 dipendenti dell’Asp per i quali la Procura aveva chiesto nell’ottobre scorso l’interdizione dai pubblici uffici. La sospensione dal lavoro è stata decisa per 9 di loro, che, a vario titolo, devono rispondere dell’accusa di falso, truffa aggravata ai danni dello Stato e false attestazioni: Maria Concetta Visconti, dirigente medico di Tossicologia e Biochimica, Alessandra Pisano, assistente amministrativo di Medicina legale e fiscale, Rita Reale, assistente amministrativo di Medicina legale, Maurizio Vecchio, veterinario collaboratore, Massimo Bruno, collaboratore amministrativo, Paolo Artale, dirigente medico di Medicina riabilitativa, Antonino Battello, Marisa Bazzano, collaboratrice professionale sanitaria e Annamaria Battiato, ausiliario specializzato. «Mentre per gli altri indagati, il gip pur riconoscendo – spiega il capo della Procura, Francesco Paolo Giordano - la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, non ha accolto la richiesta per mancanza di esigenze cautelari».

Il grosso delle indagini è nei filmati delle telecamere istallate dai militari della Guardia di finanza che hanno immortalato gli indagati mentre erano a fare shopping, al bar, o al supermercato, nonostante risultassero presenti sul posto di lavoro. «Le indagini delle Fiamme Gialle hanno consentito – dicono il capo della Procura, Francesco Paolo Giordano ed il sostituto, Antonio Nicastro - di provare che i dipendenti, a piccoli gruppi, si mettevano d’accordo tra loro affinché uno timbrasse il badge magnetico degli altri, consentendo a questi di arrivare in ritardo, andare via in anticipo dal posto di lavoro, ovvero uscire per dedicarsi a faccende personali.

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