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La storia dell'astrattismo italiano nella mostra Abstracta a Noto

È aperta al pubblico da sabato 16 giugno, nel nuovo spazio espositivo del Museo Gagliardi di Noto, «Abstracta», la mostra curata da Giuseppe Stagnitta, Giancarlo Carpi e Raffaella Bozzini, inserita all’interno della programmazione del Festival di Arte Pubblica «Emergence» che documenta il percorso innovativo dell’astrattismo italiano dai precursori futuristi agli ultimi esperimenti di street art dei più significativi artisti italiani contemporanei.

La mostra è patrocinata dal Comune di Noto ed inserita fra i Grandi Eventi della Regione Sicilia ed è costituita da oltre 70 lavori, provenienti da fondazioni, archivi e importanti collezioni private, opere significative degli artisti storici italiani che dialogheranno con le opere dei contemporanei.

La mostra, che resterà aperta fino al 30 settembre, descrive l'evoluzione dell’astrattismo italiano, che nasce con i primi esperimenti di Giacomo Balla con una serie di quadri denominati "compenetrazioni iridescenti" del 1912 per passare all'astrattismo analogico dello stesso Balla, di Fortunato Depero, Julius Evola e in parte di Enrico Prampolini e Gerardo Dottori, nella seconda metà degli anni Dieci, fino alle sperimentazioni di Prampolini in chiave di «idealismo cosmico», negli anni Trenta, con riflessi anche sulla produzione coeva di Arturo Ciacelli.

L’esposizione presenterà poi gli artisti che negli anni Trenta descrissero l’elaborazione astratta intorno alle teorie di Kn di Carlo Belli, tra Milano e Como, Carla Badiali, Alberto Magnelli, Fausto Melotti, Mario Radice, Mauro Reggiani, Manlio Rho, Atanasio Soldati, Luigi Veronesi.

Nel complesso clima dell’immediato dopoguerra, fino a tutti gli anni Cinquanta, la mostra procede per decenni intersecando gli esponenti dei due principali gruppi astrattisti dell’epoca, fino ad alcuni esponenti dello Spazialismo, Lucio Fontana, Roberto Crippa, e alle espressioni di artisti più anziani di ascendenza figurativa come Corrado Cagli e Quirino Ruggeri.

Nella parte dedicata agli anni Sessanta, vengono delineate le ulteriori proposizioni astrattiste del Gruppo 1, Gastone Biggi e Achille Pace, fino alle esperienze, tra Sessanta e Settanta, dell’arte cinetica e ottica, da Getulio Alviani ad Alberto Biasi a Grazia Varisco. Tra Sessanta e Settanta, la mostra presenta anche le declinazioni di pittura analitica o «radical painting" di Claudio Verna, Paolo Cotani e Marcia Hafif, e di Michele Cossyro.

Come ponte verso le espressioni di Street art astratta più recenti, la mostra presenta l’astrattismo pop di Davide Nido, Roberto Pan, Alberto Parres e Veronica Montanino. Fino agli ultimi esperimenti di astrattismo nella Street Art con 108, GUE', CT, Etnik, Moneyless, 2501, Sten Lex, Alberonero, Ligama, Tellas e Bros.

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