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Siracusa, gli auguri per la Pasqua dell'arcivescovo Francesco Lomanto

«Dinanzi alla situazione difficile che tutti noi stiamo vivendo come portare il messaggio pasquale? Attraverso la nostra vita. Se noi incarniamo il mistero dell’amore di Dio sarà un linguaggio comprensibile da parte di tutti. Da chi crede e da chi non crede. Perché andiamo a toccare la sensibilità dell’uomo. Il nostro compito e quello di divenire pienamente umani». Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa Mons. Francesco Lomanto, che è anche delegato Episcopale per le Comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Siciliana, questa mattina ai giornalisti e agli operatori della comunicazione di Siracusa in occasione dell’incontro che si è svolto in arcivescovado per il tradizionale scambio di auguri per la Pasqua.  All’incontro, organizzato dall’Ufficio Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi, oltre ai giornalisti delle testate cartacee, web e radio, hanno partecipato il tesoriere dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Salvatore Di Salvo, che è anche segretario nazionale Ucsi, il segretario provinciale di Assostampa Siracusa, Prospero Dente, il presidente provinciale dell’Ucsi Siracusa, Alberto Lo Passo, e il direttore del settimanale Cammino, Orazio Mezzio.

«Il nostro compito - ha detto l'arcivescovo - e quello di divenire pienamente umani. Se siamo pienamente umani ci avviciniamo a Dio perché siamo a immagine di Dio. Siamo chiamati a impegnarci a costruire la pace nel cuore e nella vita. Siamo chiamati a manifestare la presenza dell’amore di Dio nella nostra vita. Qualunque persona si sentirà incoraggiato da una persona che ama e vuole il bene dell’altro che è quello che ci ricorda Papa Francesco nella Fratelli tutti: noi abbiamo il coraggio di costruire il bene. Se ci muoviamo in questa linea saremo costruttivi».

Monsignor Lomanto ha ricordato i due anni di crisi pandemica e le conseguenze che avremo per tanto tempo: «La mancanza della pace - ha detto -, anzi la presenza della guerra, delle guerre, e dei vari tipi di guerra. Non solo quella terribile dell’Ucraina a cui assistiamo, che sta scuotendo il mondo. Ma ci sono altre guerre, quelle che non vediamo. Intime, nascoste che riguardano la vita e la morale. Penso al cardinale Carlo Maria Martini che diceva che “la Pasqua è la vicenda di una vita passata attraverso la sofferenza e la morte, di un’esistenza ridonata a chi l’aveva perduta". Penso che quello che stiamo vivendo dovrà farci guardare con fiducia l’avvenire, a unirci di più tra noi. Trasmettiamo agli altri il messaggio di una vita che non tramonta mai. Auguro una Pasqua di pace, bene e serenità».

L’Ucsi Siracusa e l’Assostampa Siracusa hanno donato, a nome dei giornalisti, cinquanta chilogrammi di pane destinato alle famiglie in difficoltà della città. Quest’anno il pane è stato destinato alla Caritas della parrocchia Sacra Famiglia di Siracusa, guidata dal parroco don Claudio Magro. «Il Covid 19 ha messo in difficoltà tantissime famiglie che prima di questa pandemia vivevano una vita serena - ha detto Di Salvo -. La crisi editoriale che stiamo vivendo ha portato ad un impoverimento del territorio con la chiusura di due redazioni di importanti giornali regionali. Bisogna affrontare la crisi con un nuovo modo di pensare la professione. Oggi intanto bisogna fare piccoli passi di carità che si concretizzano nel sentirci prima di tutto chiamati a compiere ogni giorno piccoli gesti d’amore verso le persone che incontriamo cercando di diventare attenti e sensibili soprattutto ai poveri silenziosi, cioè a coloro che spesso incontriamo nella nostra quotidianità ma che all’apparenza, per la loro dignità, cercano di nascondere le sofferenze e i disagi che stanno vivendo e capire come agire per aiutarli con i nostri strumenti di comunicazioni cercando di essere “ascoltatori” del grido che arriva dalle periferie».

«Il Santo Padre ci invita quest’anno ad ascoltare di più - ha detto il segretario provinciale di Assostampa Siracusa, Prospero Dente -. Forse noi giornalisti lo facciamo ma non siamo stati bravi a farci ascoltare. C’è una categoria professionale, cosciente del compito sociale che ha, che vuole andare avanti. Nonostante la crisi di questo settore. Abbiamo oggi uno stimolo ad essere coraggiosi di fronte ad un passaggio. Speriamo ci sia un dopo per la nostra categoria ma anche per il nostro territorio».

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