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Siracusa, Demetrio Paparoni svela Medea: il delitto che fonda il potere

Medea è il delitto che fonda il potere. La sintesi spaventevole è l’immediato rimando alla scrittrice tedesca Christa Wolf. Nel 1996 dedicò un romanzo a Medea, la maga barbara che aveva svelato il crimine su cui si fonda il potere. Medea è il mito. Il mito è il rapporto inscindibile che lega Siracusa al mondo antico. A questo mito è dedicata una grande esposizione e le ormai rituali, irrinunciabili, rappresentazioni teatrali siracusane.

Medea, icona tragica della condizione femminile è la protagonista della mostra internazionale d’arte contemporanea proposta dall’Amministrazione Comunale di Siracusa e curata dal noto critico d’arte Demetrio Paparoni. Ospitata negli spazi del loggiato dell’Antico Mercato di Siracusa. La mostra che si inaugura il 5 maggio 2023, sarà aperta ai visitatori, con ingresso gratuito, fino al 30 settembre 2023. Esposte le opere di: Margaux Bricler, Chiara Calore, Cian Dayrit, Helgi Thorgils Fridjónsson, Francesco De Grandi, Rusudan Khizanishvili, Sverre Malling, Rafael Megall, Ruben Pang, Daniel Pitìn, Nazzarena Poli Maramotti, Vera Portatadino, Nicola Samorì, Natee Utarit, Ruprecht Von Kaufmann, Wang Guangyi, Yue Minjun.

La mostra comprende opere di diciassette artisti realizzate espressamente sul tema di Medea, tra i personaggi più celebri e controversi della mitologia greca. Testimonia quanto la vicenda della maga, infanticida nella narrazione di Euripide, incida ancora oggi nell’immaginario dei nostri giorni. Attraverso lo sguardo inedito di artisti del nostro tempo provenienti da aeree geografiche diverse – dal Nord Europa alla Cina, dalla regione del Caucaso al Sudest asiatico, oltre che dall’Italia – l’esposizione indaga il legame inscindibile tra Siracusa e il teatro antico.

Il curatore dell’esposizione è Demetrio Paparoni, siracusano di nascita e milanese di adozione. Critico d’arte, fondatore della rivista “Tema Celeste” e dell’omonima casa editrice, ha voluto rendere omaggio alla sua città natale con questa prestigiosa mostra.

«La complessa figura di Medea e la sua vicenda sono state nei secoli oggetto di molteplici riscritture – scrive Paparoni nel suo testo di introduzione al catalogo della mostra- da Euripide a Seneca, da Jean Anouilh a Christa Wolf. Ritroviamo in Medea temi universali e attuali: oltre al tradimento della famiglia e della patria, la vendetta e la violenza, lo scontro tra pragmatismo e sentimento, l’amore distruttivo, l’esilio e la condizione dello straniero, la rivendicazione di parità tra uomo e donna. Le implicazioni e le valenze simboliche che si annidano in questo mito sono tali e tante da averne fatto l’oggetto di numerose rappresentazioni anche da parte di pittori e scultori, che lo hanno interpretato secondo lo spirito del loro tempo. Per quanto il segmento della storia che colpisce maggiormente l’immaginazione, turbandola, sia l’uccisione dei figli, sono pochi gli artisti che hanno focalizzato la propria attenzione sul momento in cui si scatena la violenza».

Medea agita l’immaginario visivo degli artisti da secoli. Sterminato il repertorio iconografico di opere del passato incentrate sul mito di Medea firmati da Artemisia Gentileschi, Peter Paul Rubens, Charles André van Loo, Eugène Delacroix, Anselm Feuerbach, William Russell Flint, George Romney, Frederick Sandys, Johann Heinrich Füssli, Gustave Moreau, William Turner, Christian Wilhelm Ernst Dietrich, John William Waterhouse e Paul Cézanne.

Sempre a Siracusa, al Teatro Greco, una settimana dopo l’inaugurazione della mostra, il dramma di Euripide tornerà in scena, fino al 2 luglio. Lo spettacolo è prodotto dall’INDA (Istituto Nazionale Dramma Antico). La regia è stata affidata a Federico Tiezzi.

La vicenda è nota. Soggiogata dalla passione per Giasone, Medea lo aiuta con le sue arti magiche a conquistare il vello d’oro, tradendo suo padre e la sua patria. Capace di ogni efferatezza pur di raggiungere il suo scopo, vedrà̀ il suo amato trasformarsi sotto i suoi occhi da coraggioso eroe in meschino opportunista e il suo amore in dolore, umiliazione, odio profondo e rabbia. Una rabbia che, nella tragedia di Euripide, culminerà̀ nell’uccisione dei loro figli. Medea è una delle più attuali protagoniste del mito antico: la sua tenacia e la sua disperata fierezza sono ritrovabili in tante relazioni contemporanee. La sua esclusione dalla società, la sua tragica vendetta, il senso di isolamento non sono estranei a tanti fatti di cronaca dei nostri giorni.

«Vi è un nesso inscindibile tra Siracusa e il mito – sottolinea Francesco Italia sindaco di Siracusa - Le sue origini greche si colgono in ogni aspetto del nostro territorio, come dimostrano in particolare le rappresentazioni classiche nate nel 1914 da un sogno-utopia del nostro Tommaso Gargallo, in un momento di crisi dell’Europa. Anche oggi ci troviamo in un momento particolarmente critico: solo la cultura può porsi al di là dei confini tra gli Stati che hanno spesso rappresentato motivo di conflitti cruenti. La mostra d’arte contemporanea Medea propone opere appositamente concepite per questo evento non solo da artisti italiani. Si tratta di autori di indiscusso valore, che proprio a Siracusa hanno accettato di dialogare sul tema di Medea. Mi preme evidenziare che tra di loro c’è la georgiana Rusudan Khizanishvili, proveniente dagli stessi luoghi dell’antica Colchide da cui, secondo il mito, Medea giunse a Corinto. Ed è proprio da Corinto che partirono gli antichi coloni che fondarono Siracusa nel 734 a.C. Infine, sono particolarmente soddisfatto di aver rinfocolato, con questa mostra, il già intenso legame fra Demetrio Paparoni, critico siracusano che si è imposto sul piano internazionale, e la nostra città».

Prodotta dall’Amministrazione comunale di Siracusa, organizzata da Aditus e con gli allestimenti realizzati da INDA-Istituto Nazionale Dramma Antico, Medea sarà accompagnata dalla pubblicazione di un catalogo edito da Skira, una delle maggiori case editrici d’arte in Europa. Oltre al saggio di Demetrio Paparoni, sono presenti in catalogo testi su Medea scritti per l’occasione da Roberto Alajmo, da Tiziano Scarpa e dagli artisti, che riflettono in prima persona sui loro rispettivi lavori.

«La storia di Medea è adesso “raccontata” a Siracusa attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea – sottolinea Fabio Granata, assessore alla cultura di Siracusa - con la rievocazione della tragedia di Euripide e il riferimento a Corinto, quindi alle radici più antiche della nostra Siracusa, e tutto questo nel cuore di Ortigia, nello scenario dell’Antico Mercato. Questa grande grande mostra è un evento culturale unico che, sono certo, lascerà il segno».

Un progetto di respiro internazionale come evidenzia Martina Valensise, Consigliere delegato della Fondazione INDA: «Niente di più contemporaneo del classico. È quel che viene in mente davanti ai lavori di diciassette artisti internazionali, riuniti da Demetrio Paparoni per questa importante mostra su Medea nell’anno in cui la tragedia di Euripide torna in scena al Teatro Greco di Siracusa, grazie a una produzione dell’INDA con la regia di Federico Tiezzi e un inserto musicale della compositrice Silvia Colasanti, nella nuova traduzione di Massimo Fusilli. Che il classico viva di vita propria al di là del tempo e delle mode è confermato da questa mostra, attualizzando lo sguardo di artisti contemporanei che da tutto il mondo ripensano il mito di Medea, per declinarne la tragedia nella lingua di oggi».

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