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L'Avis sfrattata dalla sua sede di Siracusa: «A rischio la raccolta del sangue»

«Rifiutata la proposta di rinnovare il contratto dopo la scadenza, per la necessità di utilizzare l’immobile per un uso governativo», dice l'associazione

La sede Avis di Siracusa

Dalla propria pagina Facebook l'Avis di Siracusa fa sapere di essere a rischio sfratto. «L’agenzia del Demanio ha deciso di sfrattare l’Avis dalla sua sede di Siracusa. La raccolta di sangue è a rischio. È stata rifiutata la proposta di rinnovare il contratto dopo la scadenza, per la necessità di utilizzare l’immobile per un uso governativo», dice il presidente dell’associazione Robert Fortuna.

«All’interno della sede Avis - prosegue - opera l’unità di raccolta fissa del sangue e degli emocomponenti, con tutte le attività connesse, comprese quelle di assistenza sanitaria ai donatori volontari, di screening per le osservazioni epidemiologiche sulla popolazione coinvolta e di ricerca sanitaria». Martedì 10 ottobre ci sarà un incontro tra il Demanio e la Regione per trovare una soluzione.

«L'Agenzia del demanio - si legge in una lettera aperta ai donatori pubblicata su Facebook - per conto dello Stato ha fatto pervenire, nel luglio scorso, un’intimazione a rilasciare, entro tre mesi, l’immobile sede dell’Avis comunale di Siracusa, ben nota ai donatori, dove si svolge l’attività di raccolta del sangue. Lo Stato, e per esso l’Agenzia, ha rifiutato la proposta di rinnovare il contratto dopo la scadenza, per l’asserita necessità di utilizzare l’immobile per un “uso governativo” non meglio precisato. L’Avis ha chiesto di sapere, in nome della trasparenza, quale fosse, in particolare, la necessità di un uso governativo talmente cogente da costringere, in così poco tempo, a sloggiare dalla propria sede un’associazione del terzo settore, punto di riferimento delle associazioni esistenti nella provincia aretusea e fondamentale supporto dell’Asp nell’attività di raccolta del sangue».

All’interno della sede Avis, viene spiegato, «opera l’unità di raccolta fissa del sangue e degli emocomponenti, con tutte le attività connesse, comprese quelle di assistenza sanitaria ai donatori volontari, di screening per le osservazioni epidemiologiche sulla popolazione coinvolta e di ricerca sanitaria. È di tutta evidenza che non è facile, nel brevissimo termine assegnato, reperire altra sede, munita dei requisiti d’idoneità, senza che si registri una interruzione dell’attività. La richiesta di liberare la sede, per un non meglio precisato uso governativo, appare davvero sorprendente».

L’Avis, precisa ancora la nota, «con il contributo di tutti i donatori, ha impegnato rilevanti risorse economiche per l’adeguamento dei locali alle norme per il superamento delle barriere architettoniche e per l’ampliamento dei locali con la realizzazione del nuovo corpo di fabbrica che ospita la sala donazioni. Nel ribadire la nostra richiesta di rinnovo del contratto di affitto e di riconoscimento delle condizioni di favore, quale ente del terzo settore che svolge un servizio di pubblica utilità ed interesse, quale è quello della raccolta del sangue intero e degli emocomponenti, chiede il sostegno di quanti hanno a cuore la raccolta del sangue ed auspica l’avocazione della problematica direttamente da parte della direzione generale dell’Agenzia del Demanio».

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