«Tradizionalmente l’11 marzo nel calendario della nostra Arcidiocesi si ricordava l’approdo di San Paolo a Siracusa. Se da una parte siamo indotti a invocare misure più dure per i trafficanti di esseri umani, normative più snelle per i migranti, una maggiore collaborazione e coordinamento nei soccorsi in mare, dall’altra parte dobbiamo impegnarci a pregare e compiere un’opera di sensibilizzazione alla fratellanza, all’accoglienza e alla prossimità, perché siamo tutti fratelli». Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa, monsignor Francesco Lomanto, ieri durante la celebrazione al monastero delle Carmelitane Scalze a Canicattini Bagni, nel giorno dell’approdo di 379 migranti ad Augusta.
L’arcivescovo ha consegnato tre parole cariche di amicizia sociale: misericordia, prossimità e fraternità. «Nella lettera enciclica “Fratelli tutti” Papa Francesco ci ricorda che San Francesco «solo identificandosi con gli ultimi arrivò ad essere fratello di tutti».
Occorre riacquistare «quel senso della responsabilità fraterna su cui si basa ogni società civile» per «tutelare i diritti dei propri cittadini» e «garantire l’assistenza e l’accoglienza dei migranti». Oggi il nostro pensiero si volge alla tragica situazione di tanti migranti che giungono sulle nostre coste per trovare una vita dignitosa e spesso incontrano la morte. Auguro a tutti di accogliere e di vivere la misericordia, la prossimità e la fratellanza perché arricchiti da una forte esperienza di amore ritroviamo la dignità di essere figli di Dio e di vivere da cristiani», ha concluso Lomanto.
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