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Sortino, Vincenzo Parlato sospeso dalla carica di sindaco

Con l’accusa di falso ideologico e abuso d’ufficio il prefetto di Siracusa Giusi Scaduto ha disposto la sospensione dalla carica di sindaco, in applicazione della legge Severino, di Vincenzo Parlato, cinquantuno anni, alla guida del Comune di Sortino, centro in provincia di Siracusa, dall’ottobre dello scorso anno. Il provvedimento a firma del rappresentante del governo territoriale è il risultato della decisione del gip del Tribunale di Siracusa che, su richiesta della Procura, ha disposto un’ordinanza cautelare del divieto di dimora nel Comune di Sortino nei confronti di Vincenzo Parlato (riconfermato sindaco un anno fa), indagato per i reati di falsità ideologica per induzione commessa da pubblico ufficiale e abuso d’ufficio.

Secondo quanto accertato dalla Compagnia delle Fiamme gialle di Augusta coordinata dalla Procura di Siracusa, nell’ottobre di due anni fa il primo cittadino avrebbe falsificato l’esito della procedura selettiva per la nomina del revisore contabile del Comune, che, secondo quanto è previsto dalla normativa regionale, andava eseguita attraverso sorteggio.

«Le successive indagini e l’analisi del video della seduta consiliare durante la quale si è tenuto il sorteggio - spiegano dalla guardia di finanza di Augusta - hanno permesso di appurare come il sindaco, chiamato ad estrarre il bigliettino dall’urna, avesse già tra le mani un foglietto bianco. Una volta inserito il braccio nel bussolotto, ne estraeva uno identico per colore, forma e dimensioni rispetto a quello tenuto in mano».

Stando a quanto accertato dalle Fiamme gialle, il bigliettino estratto era stato stampato su una gamma di carta diversa rispetto a tutti gli altri e la cifra impressa sullo stesso presentava un carattere differente.

«Il numero sorteggiato - chiariscono i finanzieri - corrispondeva ad una partecipante la quale, tra gli oltre duecento candidati alla selezione, era l’unica già assegnataria di incarichi affidati dal primo cittadino negli anni precedenti, anche a titolo fiduciario. E proprio per una di queste nomine, Vincenzo Parlato nel recente passato è stato condannato dalla Corte dei Conti di Palermo al risarcimento di un danno erariale di oltre trentamila euro, in quanto affidata in violazione di legge».

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