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Usura, Confcommercio Siracusa lancia l'allarme: "Poca liquidità, imprese a rischio"

Imprese siracusane a rischio usura nella fase 3. Lancia l'allarme Confcommercio Siracusa guardando al "panorama economico di grande incertezza in cui trovano a muoversi le imprese, tra crisi di liquidità e riduzione dei consumi".

Preoccupazione collegata anche alle recenti intimidazioni e atti incendiari sparsi sul territorio. "Questi episodi, che al momento, fortunatamente, sembrano non collegati fra loro - spiegano -, e soprattutto i risultati emersi dall’indagine condotta da Confcommercio con Format Research dimostrano come nessun territorio sia esente da tali rischi e come essi si manifestino in forma ancor più allarmante nei settori del commercio e dei pubblici esercizi (bar, pizzerie, ristoranti), usciti maggiormente indeboliti dalla crisi sanitaria ed economica".

“Penso che i dati emersi dall’indagine di Confcommercio - ha detto il presidente di Confcommercio Siracusa, Elio Piscitello - debbano comunque farci riflettere attentamente e che, sebbene le Forze dell’Ordine stiano svolgendo un ottimo lavoro, che viene percepito e apprezzato anche dagli imprenditori locali, in questo momento sia principalmente necessario intervenire per eliminare tutti i presupposti che stanno alimentando il fenomeno dell’usura, attualmente data in forte crescita”.

Secondo l'indagine sono la carenza di liquidità e il crollo dei consumi i principali "fattori di rischio" che mettono in pericolo la sopravvivenza di più del 60% delle imprese del commercio e della ristorazione. Un altro 30% degli imprenditori indica come principale ostacolo quello della burocrazia, ma c’è anche un preoccupante 11% delle imprese che segnala la criminalità come un ulteriore pericolosissimo ostacolo allo svolgimento della propria attività.

Il 10% degli imprenditori, infatti, attualmente risulta esposto all’usura o a tentativi di appropriazione anomala dell’azienda e il 20% degli imprenditori si dice molto preoccupato per il verificarsi di questi fenomeni nella propria zona.

“Purtroppo gli attuali interventi del Governo non sembrano tempestivi e sufficienti a rispondere alla grave fase di emergenza e a sostenere le imprese impegnate in una dura lotta per la loro sopravvivenza - prosegue Piscitello -. E, a dire il vero, anche il sistema bancario appare non rispondere, con la necessaria celerità, alle richieste di finanziamento da parte delle aziende; istanze che vengono peraltro trattate con una quantomeno apparente disparità fra nord e sud del Paese. A questo punto non vi è alcun dubbio che necessita un maggiore impegno da parte delle Istituzioni pubbliche affinché vengano rimossi tutti gli ostacoli di ordine pratico e burocratico, snellite tutte procedure e facilitato l’accesso agli aiuti attualmente previsti, ed infine posti in essere ulteriori indispensabili interventi per stimolare maggiormente la ripresa economica".

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