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Siracusa, il premio Eschilo d'Oro al regista Livermore per Elena e i tre atti dell'Orestea

La premiazione al Teatro Greco. «Questo posto - ha detto l'autore - è amatissimo dagli dei e ci fa sentire degli esseri umani migliori»

Davide Livermore e Marina Valensise,

La Fondazione Inda (Istituto nazionale del dramma antico) ha assegnato l'Eschilo d’Oro 2023 al regista Davide Livermore. La cerimonia di consegna del prestigioso riconoscimento si è svolta ieri sera (10 giugno) al Teatro Greco di Siracusa, prima della replica della Medea di Euripide.

L’Eschilo d’Oro è il riconoscimento assegnato dal 1960 dalla Fondazione Inda a personalità che si sono internazionalmente distinte nel teatro classico e negli studi sulla classicità greca e latina. Nel corso degli anni è stato assegnato a figure come Theo Anghelopulos, Ariane Mnouchkine e Peter Stein, ma anche a Vittorio Gassman, Giorgio Albertazzi, Irene Papas. Vanessa Redgrave, Eva Cantarella, Guido Paduano e Glauco Mauri.

Davide Livermore ha diretto a Siracusa Elena di Euripide nel 2019 e poi tra il 2021 e 2022 i tre atti dell’Orestea di Eschilo: Agamennone, Coefore, Eumenidi. A consegnare il premio è stata Marina Valensise, consigliere delegato della Fondazione Inda.

«L'Istituto nazionale del dramma antico - si legge nella motivazione - conferisce l’Eschilo d’oro al regista Davide Livermore, per avere guidato Elena e i tre atti di Orestea a eccezionali risultati di critica e di pubblico; per avere impresso un’importante svolta in termini di gusto e attualizzazione al contemporaneo, negli allestimenti teatrali dei testi classici; per avere introdotto con eleganza nuove tecnologie per una migliore e più ampia fruizione del dramma antico; per l’arte sua registica e per la profonda attenzione all’interpretazione degli attori».

«Questo posto è amatissimo dagli dei e ci fa sentire degli esseri umani migliori - sono state le parole di Davide Livermore -. Dopo che siamo stati a vedere una tragedia in questo luogo siamo persone migliori e lo siamo perché questo teatro ci fa sentire profondamente comunità, oggi, insieme. E io non posso che essere grato alla vita perché questo posto, come per voi, è casa mia».

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