«Dopo il fulmine che aveva danneggiato gli impianti ed i lavori necessari a rinnovare l’agibilità, rivive il nostro Teatro Comunale con un evento dell'Aeronautica militare. Un bene prezioso che riconsegniamo a Siracusa e ai siracusani». Con queste parole e con un concerto dopo anni di chiusura, il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, riconsegna le chiavi di un teatro storico della città agli aretusei che conta 404 posti a sedere tra platea, palco e loggione. L'agibilità del Teatro Massimo comunale di Ortigia è arrivata lo scorso 16 aprile e adesso, finalmente, si è aperto il tendone del palcoscenico che ha dato il la alla musica del corpo dell'Aeronautica militare. Dopo la lunga attesa per il completamento del restauro e dell’iter autorizzativo legato all’efficienza degli impianti, la commissione di vigilanza sui pubblici spettacoli ha dato il disco verde che consente alla città di tornare in possesso di un bene storico e architettonico di pregio e di un contenitore per la programmazione di eventi culturali di qualità.
La chiusura del teatro avvenne nel 1957, anno della storica rappresentazione del capolavoro di Gaetano Donizetti Lucia di Lammermoor. In quell'occasione si esibì nei panni del lord Enrico Ashton il noto baritono drammatico siracusano Carmelo Mollica, morto nel 2005. Poi una serie di iter burocratici e di rinvii, e un fulmine che lo colpì complicando l'ottenimento dell'agibilità. Un concerto quello della riapertura propedeutico al prossimo cartellone teatrale 2023-2024 che è stato annunciato per giugno.
«Un lungo e complesso percorso di recupero - scrive l'assessore Fabio Granata - che, insieme ad altri attori politici come Bufardeci, Roberto Visentin e Garozzo, ha coinvolto soprattutto il sottoscritto da assessore Regionale ai Beni culturali e Francesco Italia, prima da assessore e poi da sindaco. Adesso da giugno - conclude in polemica l'assessore - partiranno anche gli abbonamenti e vedremo quante delle vedove inconsolabili del teatro lo sottoscriveranno».
La costruzione del teatro comunale risale al 1872 ad opera dell’ingegnere militare Antonio Breda, al quale si sono succeduti l’ingegnere Giambattista Basile e l’architetto Giuseppe Damiani D’Almeyda, progettista del Politeama di Palermo. L’edificio occupa gli spazi che furono della chiesa e del monastero dell'Annunziata e del Palazzo del Principe della Cattolica. I materiali utilizzati per la costruzione furono gli stessi provenienti dall'abbattimento degli edifici sacri. I dipinti furono realizzati da Gustavo Mancinelli, che è anche l’autore della volta centrale, dal titolo Dafne in un bosco popolato di ninfe. Le decorazioni in gesso sono opera di Rocco Enea e Giuseppe Lentini. I fregi in legno e cartapesta sono di Giuseppe Nicolini. Il teatro venne inaugurato nella primavera del 1897, con la rappresentazione della Gioconda di Ponchielli e del Faust di Gounod.
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