È la città della musica, di Gioacchino Rossini e del Rof, che ogni anno attira appassionati di lirica da tutto il mondo. Ma anche del Duomo e dei Musei civici, di Parco San Bartolo e di tramonti mozzafiato sul mare. Pesaro ce l’ha fatta: sarà la Città italiana della cultura per il 2024. Una vittoria che brucia sul filo di lana le altre nove illustri candidate come la «sorella» Ascoli Piceno, Chioggia (VE), Grosseto, Mesagne (BR), Pesaro, Sestri Levante con il Tigullio (GE), Siracusa, Unione dei Comuni Paestum-Alto Cilento (SA), Viareggio (LU) e Vicenza. E che rilancia a gran voce il tema della Pace. «Per noi è una grandissima emozione», esulta a caldo il sindaco Matteo Ricci, arrivato a Roma con la fascia tricolore, mentre tutta la città festeggia in collegamento.
«Dedichiamo questa vittoria a Kharkiv - dice - Città creativa della musica Unesco come noi in Ucraina, in questo momento sotto i bombardamenti». In mano, una foglia di ginkgo biloba, «la pianta della Pace sopravvissuta in Giappone alla bomba atomica di Hiroshima», che hanno colorato di giallo e blu, come la bandiera dell’Ucraina. «Abbiamo cominciato ad ospitare alcuni giovani musicisti talentuosi che studieranno nel nostro conservatorio - racconta - Speriamo davvero che la guerra finisca il prima possibile e a Kharkiv possa risuonare quella musica stupenda che sono in grado di fare. È bello gioire, però, è giusto anche dedicare la vittoria a chi in questo momento sta resistendo e non può fare cultura, né musica, perché soffocata dall’invasione della guerra». “Un gesto bello, simbolico, molto forte», quello del sindaco di Pesaro, commenta a pochi passi il Ministro della cultura Dario Franceschini.
«Dobbiamo continuare a guardare avanti - dice - e speriamo che nel 2024 tutto questo sia da molto tempo alle spalle». Poi si torna alla competizione, che prosegue il ministro, «diventa ogni anno più virtuosa e di qualità. Anche le nove città che non hanno vinto potranno fregiarsi del titolo di finalista, come avviene per gli Oscar. È davvero una bella storia». E infatti oltre ai complimenti bipartisan alla vincitrice, da M5S a Pd, UdC FdI fino al sottosegretario alla cultura Lucia Borgonzoni, si rincorrono anche le conferme che il proprio progetto «andrà avanti comunque», come a Sestri Levante con il Tigullio e Ascoli Piceno, «la nostra sorella marchigiana», sorride Ricci abbracciando il collega sindaco Marco Fioravanti e ricordando che «la Regione Marche ha sostenuto tutte e due le città». Ma la corsa alla vittoria è stata lunga. «In tutto abbiamo esaminato 23 dossier, tutti ricchi di idee - racconta la presidente di giuria Silvia Calandrelli - E’ stato un vero giro d’Italia della cultura». Pesaro, che succederà all’attuale Capitale Procida e a Bergamo-Brescia 2023, ha vinto all’unanimità, sottolinea, grazie al dossier «La natura della cultura. In arrivo ora c’è un milione di euro per realizzarlo. «Un progetto culturale - si legge nella motivazione - che, valorizzando un territorio già straordinariamente ricco di testimonianze storiche e preziosità paesaggistico-ambientali, propone azioni concrete attraverso le quali favorire anche l’integrazione, l’innovazione, lo sviluppo socio-economico». «Il nostro piano - spiega ancora il sindaco Ricci - si basa sulla natura della cultura e quindi sul connubio tra sostenibilità e cultura, attraverso una città-orchestra. Abbiamo da subito puntato sull’idea di coinvolgimento generale, in cui ognuno suonerà il proprio strumento». Obbiettivo, «creare una grande melodia e un messaggio di Pace per tutta l’Ucraina, ma soprattutto per Kharkiv».
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