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Si chiude la fase diocesana per la beatificazione di Guglielmo Giaquinta, originario di Noto

La sessione di chiusura dell’inchiesta diocesana sulla vita, le virtù eroiche e la fama di santità e di segni del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta, vescovo di Tivoli e fondatore dell’Opera Pro Sanctitate, si svolgerà domani, venerdì 12 febbraio, alle 12.00 nella Sala degli Imperatori costituita per il Tribunale nel Palazzo Apostolico Lateranense.

Il rito - che verrà trasmesso in streaming sulla pagina Facebook della diocesi di Roma - sarà presieduto dal cardinale vicario Angelo De Donatis. Sarà presente la postulatrice Marialuisa Pugliese.

Terzo di quattro figli, Giaquinta nasce a Noto il 25 giugno 1914, ma ben presto la sua famiglia si trasferisce a Roma. Qui, nel novembre 1927 entra al Pontificio Seminario Romano Minore quindi, nel 1933, al Pontificio Seminario Romano Maggiore. Viene ordinato sacerdote il 18 marzo 1939. Nell’ottobre dello stesso anno inizia il Corso di diritto presso il Pontificio Ateneo Lateranense Sant'Apollinare; conseguirà la laurea in «utroque iure» nell’anno accademico 1946/47; intanto svolge il suo ministero pastorale, dapprima come collaboratore e poi come vice parroco nella comunità di Santa Maria ai Monti. Nel 1946 è nominato promotore di giustizia e difensore del vincolo presso il Tribunale del Vicariato di Roma, dove in seguito svolgerà anche il compito di giudice.

Sempre in Vicariato, negli anni ricopre i ruoli di responsabile dell’Ufficio disciplina del clero e di segretario generale. Assume anche l’incarico di rettore della chiesa della Madonna di Loreto al Foro Traiano (1949) e di assistente diocesano della Donne di Azione cattolica. «Sacerdote austero, fedelissimo alla preghiera, sempre disponibile al dialogo», così lo ricorda la postulatrice che lo ha conosciuto personalmente.

Iniziano infatti sotto la sua guida i primi incontri della Pro Sanctitate, mentre nel 1950 nascono le Oblate Apostoliche, consacrate in vita fraterna. Nel 1962 inizia l’attività dei Convegni sacerdotali e il gruppo degli Apostolici Sodales, ispirati alla spiritualità del Cenacolo. Nel 1968 mons. Giaquinta è nominato vescovo di Tivoli; ricopre diversi incarichi nella Conferenza episcopale, tra i quali la presidenza della Commissione per il clero. Continua la sua predicazione di esercizi spirituali e si intensifica la sua attività di scrittore: sono di questo periodo le sue opere più celebri, come L’amore è rivoluzione (1973), La rivolta dei samaritani (1977) e Il Cenacolo (1981). Per motivi di salute rassegna le dimissioni nel 1986; l’anno successivo torna a Roma.

"Paziente e sereno nella malattia che si va aggravando - racconta Pugliese -, ma con lo sguardo luminoso fino alla fine, monsignor Giaquinta si spegne al Policlinico Gemelli il 15 giugno 1994».

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