Agricoltura, il sindaco di Vittoria: «I produttori sono disarmati nei mercati»
Disarmato, esposto di fronte al mondo commerciale, le cui regole sono decise dalla grande distribuzione e dalle multinazionali: è il produttore agricolo, il contadino, assillato costantemente da un prodotto che «resta sull'albero se nessuno glielo compra». «Le istituzioni non sono riuscite a governare questa subalternità del produttore, e per questo serve una grande riforma della filiera agroalimentare», ha spiegato nel corso del Festival del giornalismo enogastronomico che si tiene a Vittoria Francesco Aiello, sindaco della città del Ragusano, storico esponente di un territorio che ospita nel Sud il più grande mercato ortofrutticolo alla produzione. Vittoria è il punto di riferimento del Distretto ortofrutticolo del Sud-est (Doses) in Sicilia, riconosciuto come tale nel 2020. E’ il territorio di eccellenze agroalimentari ormai famose: il pomodoro ciliegino, per dirne una. I numeri sono quelli che ha snocciolato Antonino Di Paola, che ne è presidente: 170 aziende, un fatturato complessivo da 300 milioni di euro, 3.000 ettari di terreno messo a coltura in cinque province (Agrigento, Caltanissetta, Ragusa, Siracusa e Catania) . «E' un territorio resiliente, nonostante le difficoltà strutturali - ha detto Sebastiano Di Stefano, Sebastiano Di Stefano Presidente Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia - a partire dalle reti di trasporto, le strade, le vie di comunicazione». «Il Sud-est della Sicilia - ha spiegato Gianni Polizzi, direttore del Doses - deve diventare un brand, un cluster con un centro dei servizi che contiamo di realizzare entro un anno: infrastrutturazione digitale, centri di stoccaggio, case mobili anti caporalato, in grado di dare agli immigrati, risorsa a senza la quale la serricoltura qui potrebbe chiudere, un alloggio dignitoso». Quella del caporalato è una ferita aperta: «In provincia di Ragusa - ha ricordato Aiello - c'è un solo ispettore del lavoro». Vittoria «è una città che ha dentro se stessa il rischio d’impresa - ha continuato Aiello - ma siamo nel pieno di una caduta di valore del mondo agricolo, e anche le organizzazioni di settore sono ferme. Servono, per cominciare, trasparenza verso il consumatore e un 'passaportò di sicurezza che spieghi il perchè dei prezzi e garantisca le transazioni, tutelando così il valore delle famiglie e delle aziende agricole serie».