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I salti, le urla, il crollo: il racconto della tragedia di Palazzolo Acreide. Sopralluogo nel pozzo in cui è morto Vincenzo

I salti, le urla, il crollo. I testimoni raccontano così la tragedia di Palazzolo Acreide, dove Vincenzo Lantieri, un bambino di 10 anni, che stava partecipando a un campo estivo organizzato da una onlus locale, ha perso la vita cadendo in un pozzo artesiano profondo 15 metri.

Il capo della Procura di Siracusa, Sabrina Gambino, ha voluto compiere personalmente un sopralluogo nell'azienda agricola in contrada Falabia dove si è consumata la tragedia. Insieme a lei anche il comandante dei carabinieri di Siracusa, Gabriele Barecchia, che coordina le indagini con l'ipotesi di omicidio colposo, centrate sulle presunte responsabilità del titolare dell'impresa, nonché a capo dell'Anffas, la cooperativa che si occupa di bambini disabili e organizzatrice del campo estivo in cui c'era Vincenzo, e degli altri operatori.

Nella definizione dei nove indagati (tra cui l'educatrice che ha tentato di salvare il ragazzino), gli inquirenti hanno esaminato vari aspetti, tra cui i ruoli che ognuno di essi aveva in quella giornata: c'era chi avrebbe dovuto badare solo ai disabili, altri, invece, avrebbero avuto altri compiti, per cui la procura sta procedendo ad una scrematura, considerato che, nel complesso, in quella drammatica giornata c'erano una quindicina di persone. Per questo, l'autopsia che si pensava fosse disposta ieri (29 giugno) è slittata alla settimana prossima, dunque la salma del piccolo resta ancora sotto sequestro e solo quando sarà concluso l'esame autoptico il cadavere sarà restituito ai genitori per la celebrazione del rito funebre che si svolgerà a Palazzolo Acreide.

Durante il sopralluogo, è stato passato al setaccio l'intero appezzamento di terreno: a quanto pare, il pozzo in cui Vincenzo è caduto è al centro del piccolo parco giochi, per cui è facile da raggiungere ed in effetti ha attirato l'attenzione del piccolo di 10 anni che, prima di precipitare in fondo alla cavità, profonda 15 metri e per metà coperta d'acqua, ha compiuto dei balzi sulla copertura. Era un gioco per lui, alcuni testimoni avrebbero raccontato che uno o più operatori avrebbero urlato al bambino di scendere ma questa ricostruzione è tuttora al vaglio dei magistrati della procura e dei carabinieri di Siracusa.

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