«Il gesto altissimo di carità, che lo ha portato alla morte, non è un atto di eroismo isolato della sua vita che sopraggiunge improvvisamente, ma si iscrive nella ordinarietà dei suoi giorni fondati sull’ideale cristiano del dono e dell’altruismo, eredità di una famiglia cristiana che crede in Dio e nella carità fraterna». Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa, Francesco Lomanto nel corso della sua omelia nella chiesa di Santa Lucia a Floridia, nel Siracusano, in occasione del funerale di Vito Bugliarello, 35 anni, finito in mare dopo aver salvato due minori che si trovavano nello specchio d’acqua della Marchesa, tra Siracusa ed Avola. Tantissime persone in chiesa per esprimere la propria vicinanza alla famiglia.
Il sindaco di Floridia, Marco Carianni, ha proclamato il lutto cittadino. «Il generoso e supremo atto di Vito non viene dal caso, ma si fonda sulla sua maturità umana e cristiana, con cui è cresciuto nella sua famiglia - ha detto l’arcivescovo -. Un uomo dall’animo nobile, che credeva alla fraternità universale: non riusciva ad accettare la presenza di tanto male nel mondo e si impegnava a seminare il bene nel luogo dove si trovava. Vito ha vissuto in pienezza la sua vita, porgendo a chi ne avesse bisogno la sua mano, quella mano che gli ha permesso di salvare la vita di altri due giovani. Questo è stato il movente che ha causato la sua morte: aiutare e salvare innanzitutto gli altri». La Procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta per ricostruire quanto accaduto.
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