La Corte di Appello di Catania ha emesso 18 sentenze di condanna a conclusione del processo Aretusa su mafia, droga ed estorsioni a Siracusa. E’ il procedimento giudiziario scaturito da un’inchiesta della Dda di Catania tra il 2014 ed il 2015 in cui sarebbe emersa l’attività criminale di tre gruppi, che si sarebbero suddivisi il territorio della città per la gestione del traffico di sostanze stupefacenti e del pizzo ai commercianti.
Uno dei tre presunti capi è Gianfranco Urso, 49 anni, figlio di Agostino Urso, detto «u prufissuri», storico boss della cosca mafiosa «Urso-Bottaro», ammazzato il 29 giugno del 1992 al Lido Sayonara, a Fontane Bianche nell’ambito della guerra di mafia tra le cosche siracusane. Urso, che avrebbe controllato l’area nord di Siracusa, ha avuto uno sconto di pena, in quanto i giudici della Corte di Appello gli hanno inflitto 16 anni contro i 21 anni rimediati in primo grado. L’altro capo del secondo gruppo è Francesco Satornino, che gestiva la zona di Cassibile, a sud del capoluogo, diventato collaboratore di giustizia. Ha avuto una pena a 6 anni e 10 mesi di reclusione contro i 9 anni in primo grado. Il terzo boss, Luigi Cavarra, operava, secondo gli inquirenti, nello storico quartiere della Borgata di Siracusa, nel cuore della città. L’imputato è deceduto nel 2018 qualche mese dopo essersi pentito.
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