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Il tentato omicidio di Augusta al culmine di una rissa, due indagati ai domiciliari

Sono due gli uomini arrestati dai carabinieri, un carlentinese e un lentinese, che oggi  sono comparsi davanti al Gip di Siracusa Francesco Alligo. Devono rispondere di tentato omicidio per l’accoltellamento al culmine di una rissa di A.C, 45 anni, di Lentini.
Per i due uomini Vincenzo Mangiameli e Salvatore Serratore, il Gip che non ha convalidato l’arresto, ma ha disposto i i domiciliari per entrambi.

L’accoltellamento si è verificato martedì sera sul lungomare di Agnone Bagni al termine di una rissa tra un gruppo di persone e la vittima. Secondo quanto emerso nella ricostruzione della difesa, il 45enne lentinese, vittima dell’accoltellamento, avrebbe avuto uno screzio con Serratore, in prossimità di un ristorante sul lungomare di Agnone Bagni. Sarebbero volate parole grosse, a quanto pare non sarebbe stato il loro primo scontro, a causa, presumibilmente, di una questione economica.

I due si sarebbero picchiati, Serratore sarebbe caduto ed a quel punto sarebbe entrato in scena Vincenzo Mangiameli per difendere proprio Serratore, il quale soffrirebbe di una patologia. Mangiameli avrebbe tirato fuori un punteruolo con cui avrebbe colpito la vittima, successivamente l’altro indagato, dopo essersi rialzato, sarebbe entrato in possesso di un coltello con cui ha inflitto un fendente alla vittima.

Sono stati i carabinieri della compagnia di Augusta attraverso la visione delle immagini del sistema di videosorveglianza e dopo avere interrogato diversi testimoni oculari, alcuni dei quali hanno ripreso l’aggressione con il telefonino, a chiudere il cerchio attorno a due uomini che questa mattina sono comparsi davanti al gip del Tribunale di Siracusa.

Il magistrato della Procura di Siracusa, Salvatore Grillo, nel corso dell’udienza tenutasi, questa mattina, aveva sollecitato la misura cautelare in carcere per Vincenzo Mangiameli ed i domiciliari per Serratore. L’avvocato Fabiola Fuccio, difensore di Mangiameli, ha chiesto al Gip di non convalidare il fermo perché non ci sarebbe stato alcun pericolo di fuga del suo assistito ed in effetti il giudice ha dato ragione alle tesi del legale.

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