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La nave Sea-Eye è giunta ad Augusta con 106 profughi a bordo

I migranti ad Augusta

La nave della Ong tedesca Sea-Eye 4 ha attraccato nel porto di Augusta con 106 persone a bordo. Era al largo della Sicilia da sabato scorso, dopo che Malta si era ripetutamente rifiutata di accogliere i rifugiati. Da allora era in attesa che le venisse assegnato un porto sicuro.

Harald Klischlat, presidente di «German Doctors e. V.» - organizzazione di volontariato formata da medici tedeschi - ha detto che «i rifugiati sono stati molti giorni su barche non adeguate a viaggi in alto mare. E’ irresponsabile e disumano rifiutare a queste persone l’accesso a un porto sicuro per un tempo troppo lungo».

«Ora ci aspettiamo di vedere rapidamente un cambiamento della politica nei confronti di tutte le persone che cercano protezione», dice Gorden Isler, presidente di Sea-Eye e. V. “perché altrimenti la politica avrà un serio bisogno di giustificazione e l’accusa che è stata fatta per anni - cioè che il razzismo sistemico impedisce il salvataggio di rifugiati provenienti da Africa e Asia - sarebbe chiaramente provata».
Per Sea-Eye «il fatto che le navi civili di salvataggio devono ancora aspettare per giorni per aver assegnato un porto di sbarco, e pure affrontare respingimenti come è avvenuto nel caso della Sea-Eye 4 al largo di Malta».

La Ong ricorda che «dall’inizio dell’anno 467 persone hanno perso la vita cercando di attraversare il Mediterraneo. La settimana scorsa, la cosiddetta guardia costiera libica ha fallito di nuovo e 90 persone sono annegate dopo il naufragio della loro imbarcazione al largo della Libia. Solo quattro persone sono sopravvissute. Sono state salvate e riportate illegalmente in Libia dalla nave mercantile Alegria 1, senza alcuna possibilità di un equo processo di asilo, con il rischio di dover affrontare detenzione, tortura e morte, come spesso succede ai rifugiati in Libia. Un capitano ucraino della nave mercantile Karina aveva deciso solo pochi giorni prima, in riferimento alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati e alla situazione in Libia, di chiedere assistenza alla Sea-Eye 4 invece di continuare la sua rotta verso Bengasi».

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