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Siracusa, sale il livello di allerta per le raffinerie della russa Lukoil

La raffineria di Priolo

Le forze dell’ordine e la Prefettura di Siracusa hanno deciso di aumentare il livello di attenzione sulla Lukoil, l’azienda russa che detiene due raffinerie nel Petrolchimico di Siracusa. È quanto emerso nel corso di un incontro tenutosi ieri in Prefettura alla luce della guerra in Ucraina, che ha trasformato gli stabilimenti del colosso della raffinazione in un obiettivo sensibile.

Lo erano anche prima, considerata la tipologia di produzione degli impianti. Lo sono di più adesso con lo scoppio del conflitto che potrebbe scuotere sentimenti antirussi da parte di qualche sconsiderato. Secondo alcune fonti istituzionali, apprende l’Agenzia Italia, non ci sono «segnali particolari da questo punto di vista ma l’attenzione resta alta».

Il futuro della Lukoil nel Petrolchimico, e quello di altre aziende della zona industriale era già a rischio prima della guerra in Ucraina perché nel piano di transizione ecologica non c'è spazio per la raffinazione. Inoltre, dal 2035 in Italia non sarà più possibile vendere veicoli alimentati a benzina o a diesel.

Nei giorni scorsi, prima dell’invasione russa in Ucraina, alla Camera dei deputati era stata votata la mozione, detta Transizione giusta, presentata da 44 parlamentari che impegna il governo a fornire degli aiuti ad alcuni asset industriali, tra cui quelli legati al petrolio ed alla chimica. Il conflitto e le sanzioni alla Russia rischiano di allontanare la Lukoil dal Petrolchimico di Siracusa, che tra diretti ed indotto impiega circa 7.500 lavoratori.

 

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