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Siracusa, il vescovo Lomanto: «Lucia è un esempio per la sua resistenza alla violenza»

Il simulacro di Santa Lucia

«Lucia ci è di esempio per la sua resistenza agli atti di violenza che ella subì per essersi sottratta alle lusinghe del potente di turno. Oggi la violenza si va sempre più connotando quale diffuso atteggiamento che si manifesta spesso come aggressività verbale, che talora caratterizza "la voce più forte" negli organi di stampa, il linguaggio dei social media, dove gli haters - gli odiatori hanno un grande seguito e colpiscono gli sventurati. Dalla violenza verbale alla violenza fisica il passo non è certamente lungo». Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa, Francesco Lomanto, ricordando la figura della martire siracusana che si festeggia oggi in tutto il mondo.

Il simulacro in Cattedrale per 8 giorni, niente processione

A Siracusa il simulacro è stato traslato nell’abside della Cattedrale dove resterà esposto per otto giorni. Vietata la processione. «Penso alle molte violenze che si consumano fra le mura domestiche, agli omicidi del partner - ha detto l’arcivescovo -; penso alla violenza contro i medici, gli infermieri e operatori sanitari che non riescono più a nascondere esasperazione e stanchezza; e penso alle minacce fisiche e aggressioni ai giornalisti che svolgono correttamente il loro servizio». Lomanto ha ricordato che di fronte «ai pericoli della pandemia e della post pandemia occorre evitare il rischio dell’individualismo e dell’egoismo e accrescere il senso dell'unità, dell'aiuto reciproco, dello stare insieme, del camminare insieme, del progredire insieme, perché ci si salva insieme. Come pure occorre aprirci al valore dellʼospitalità e alla prassi dell'accoglienza senza lasciare fuori dai confini chi bussa in cerca di una vita dignitosa e lontana dalla guerra e dai pericoli».
A presiedere il pontificale è stato monsignor Benoni Ambarus, vescovo ausiliare della Diocesi di Roma.

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