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Scommesse online e tassi usurai del 300% in Sicilia: 11 arrestati

L’associazione per delinquere che aveva base a Siracusa aveva propaggini anche all’estero, in particolare a Malta

Blitz contro l’esercizio abusivo dell’attività di gioco e scommesse on-line attraverso siti illegali, che ha portato anche ad eventi di usura. In pratica, l'organizzazione smantellata dall'operazione Ludos prestava soldi ai propri clienti ludopatici pretendendo la restituzione delle somme ad interessi usurai. La polizia di Siracusa ha arrestato 11 persone, 4 in carcere e 7 ai domiciliari, tutte di Augusta, in ottemperanza all’ordinanza emessa dal gip del tribunale di Siracusa.

Dalle indagini effettuate dagli investigatori della Squadra Mobile di Siracusa e del Commissariato di polizia Augusta, è stata scoperta una vera e propria associazione per delinquere esercitava abusivamente l’attività di gioco e scommesse. Capitava anche che gli indagati, esigessero dalle vittime, quale garanzia sulla restituzione del danaro, le chiavi delle loro auto.

Le indagini hanno avuto inizio nel dicembre 2019 dopo la denuncia di una coppia di anziani coniugi il cui figlio aveva contratto debiti gioco che i genitori hanno pagato. In quell'occasione furono avviati gli accertamenti patrimoniali, inoltre grazie alle intercettazioni ed alle telecamere, fu scoperta e poi bloccata l’attività di raccolta di scommesse sportive effettuate su siti illegali.

"I capi dell'organizzazione - svela la polizia -, fungendo quale raccordo tra due distinti gruppi di gestione dei siti illegali di scommesse ed avvalendosi del rapporto con i gestori, nazionali ed esteri, riuscivano ad ottenere dagli stessi il credito necessario per l’esercizio del gioco senza anticipare denaro, così fidelizzando i giocatori e assumendo credito, anche usurario, nei loro confronti. Il tutto, con l’aggravante dalla transnazionalità avendo l’associazione per delinquere avendo propaggini anche all’estero, in particolare a Malta".

L’attività di raccolta delle scommesse consisteva nel mantenere il proprio "pacchetto clienti", inducendo gli stessi a giocare sui siti esteri così da eludere la tassazione nazionale. I clienti erano pochi giocatori che, però, spendevano frequentemente ingentissime quantità di denaro e le perdite registrate in alcuni casi hanno superato anche i 100 mila euro a persona. L’associazione approfittava dello stato di bisogno per elargire prestiti i giocatori che, pertanto, nella maggior parte dei casi non versavano il denaro delle scommesse ma accumulavano debiti sempre maggiori fin tanto che, nell’impossibilità di pagare, si vedevano costretti a rivolgersi agli usurai che ne approfittavano richiedendo interessi a tassi anche del 300%.

In alcuni casi, gli usurai erano gli stessi sodali che tra loro si vantavano di "guadagnarci due volte con la stessa persona", ed in altri casi si prestavano ad elargire denaro a fronte di elevati tassi, assumendo la veste di "benefattori" poichè aiutavano i giocatori in difficoltà. Si è poi accertato che il promotore dell’associazione, nonostante l’elevatissima disponibilità di denaro, fosse anche percettore del reddito di cittadinanza e, di ciò, ne andava fiero elargendo consigli agli amici su come fare a percepirlo indebitamente.

Alcuni degli arrestati, attraverso false dichiarazioni, percepivano il reddito di cittadinanza e in più attestavano un contratto d’affitto fittizio al fine di aumentare l’importo del sussidio percepito.

 

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