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Avola, muore in ospedale a 66 anni: dona fegato, reni e cornee per salvare altre vite

L’ospedale G. Di Maria di Avola ha reso possibile la speranza di vita per chi è in attesa di trapianto grazie alla sensibilità dei familiari di un donatore di 66 anni deceduto nel reparto di Rianimazione diretto da Gioacchino Di Stefano, dove era ricoverato per una lesione cerebrovascolare.

Dopo le procedure previste, avviate dal coordinatore locale trapianti Graziella Basso in collaborazione con la Direzione sanitaria aziendale e il Centro regionale trapianti, l’equipe chirurgica del Centro trapianti di fegato di Napoli e l’equipe chirurgica del Centro trapianti di reni di Catania hanno raggiunto il blocco operatorio dell’ospedale avolese dove hanno proceduto al prelievo di fegato e reni, mentre l’equipe
dell’Oftalmologia dell’ospedale Umberto I di Siracusa ha prelevato le cornee destinate alla Banca degli occhi.

«Rivolgiamo uno speciale ringraziamento ai familiari che pur nel profondo dolore per la grave perdita hanno voluto esprimere un così alto senso di solidarietà umana - dice il direttore generale dell’Asp di Siracusa Salvatore Lucio Ficarra -. Il percorso assistenziale, si tratta del primo prelievo eseguito all’ospedale di Avola dall’attivazione del reparto di Rianimazione, è stato condiviso con la famiglia del donatore che non ha esitato a dichiarare la propria volontà favorevole alla donazione».

«È doveroso sottolineare l’impegno dei tanti professionisti che hanno condiviso il percorso», spiega il direttore sanitario aziendale Salvatore Madonia. «Questo risultato - aggiunge Graziella Basso, coordinatore aziendale per le attività di procurement dei donatori - è prima di tutto, frutto del senso etico dei cittadini e delle loro famiglie. La donazione implica un nuovo modo di concepire i rapporti fra le persone, perché ognuno diventa responsabile della salvezza di altre vite con un semplicissimo ma non banale sì».

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