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Mafia, minacce a Borrometi: la sentenza il 17 aprile

Il giornalista Paolo Borrometi

E'stato rinviato al 17 aprile per repliche e sentenza il processo di Appello che vede come imputato Titta Ventura, condannato in primo grado a 1 anno ed 8 mesi di reclusione, per tentata violenza privata ai danni del vicedirettore dell’Agi Paolo Borrometi. Alla sentenza di primo grado si era appellata la procura con il pm Valentina Sincero e il legale di parte civile, Vincenzo Ragazzi perchè era stata esclusa l’aggravate del metodo mafioso; la difesa di Ventura con i legali Giuseppe Distefano e Maurizio Catalano invece si era appellata per la sussistenza del fatto e ritenendo elevata la quantificazione della pena. Ad affiancare processualmente Borrometi, anche l’Ordine nazionale e regionale dei giornalisti e la Federazione nazionale della stampa. In questo processo d’appello la procura generale ha chiesto la condanna a due anni.

Titta Ventura - attualmente in carcere e sotto processo nell’ambito dell’operazione condotta dalla Dda, direzione distrettuale antimafia di Catania, denominata Survivors scattata a settembre del 2017 - è ritenuto dagli inquirenti un esponente di spicco della 'stiddà vittoriese. Nel corso di quella operazione la procura distrettuale antimafia ritenne di avere individuato i componenti del clan stiddaro che avrebbe fatto riferimento alla famiglia Ventura. Un’associazione armata che avrebbe avuto come finalità estorsioni, recupero crediti e controllo delle attività economiche anche attraverso l’intestazione fittizia dei beni. Sedici imputati compreso Titta Ventura sono a processo con rito ordinario in fase di svolgimento a Ragusa, mentre altri 6 imputati che avevano scelto di ricorrere al rito abbreviato nello stesso processo: sono stati condannati a pene complessive per 72 anni.

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