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Tagli all'ospedale di Noto, ancora presidi e cortei: "Non siamo burattini nelle mani dei politici"

Ospedale Trigona di Noto

È proseguito anche ieri all'ospedale Trigona di Noto il clima di tensione che dura da lunedì scorso con un nuovo e coordinato sit-in di protesta per dire no alla rifunzionalizzazione della sanità pubblica nel profondo sud, e per respingere con forza i tagli decisi dalla Regione Siciliana. Sul banco degli imputati, manco a dirlo, la politica «che con indifferenza, anzi menefreghismo, continua a umiliare l'intero territorio più a sud della provincia di Siracusa, disinteressandosi dei reali bisogni della vasta comunità».

È affidato anche agli striscioni, affissi all'ingresso del Trigona, il malcontento dei cittadini che da lunedì sera presidiano l'ospedale di contrada San Giovanni Lardia: una contestazione che ieri ha assunto toni più pesanti, qualche minuto dopo le dieci, all'arrivo delle telecamere della Rai. Davanti ai microfoni Enzo Adamo, tra i principali coordinatori del Comitato Pro Trigona-Insieme per la tutela della salute - ex primario ortopedico proprio al Trigona - e Anna Tanasi che da lunedì, insieme ad altre due donne, ha iniziato lo sciopero della fame.

A far da cornice centinaia di cittadini che non hanno voluto far mancare il loro sostegno all'iniziativa del Comitato. E c'è stato anche chi ha voluto dare seguito alla contestazione: un'anziana signora ha strappato la tessera elettorale. La parola d'ordine per tutti è una sola: «Salvare il Trigona: questo il compito della politica. In pochi giorni sono state raccolte settemila firme che saranno presentate, insieme alla petizione, al presidente della Regione Siciliana», ha detto Adamo.

La notizia completa nel Giornale di Sicilia in edicola. 

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