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Addio pediatria e ginecologia, Noto impugna il decreto sanità

«Una ferita che dovrà essere sanata e alla quale dovrà porre rimedio la stessa politica che ha prodotto il danno». È l'orientamento emerso nell'assemblea cittadina di palazzo Ducezio a Noto domenica mattina. Al centro del dibattito la sanità pubblica che dovrà essere «rifunzionalizzata», così come deciso dalla Regione Siciliana nel profondo sud dell'Isola. Ma quando la strada da percorrere sembrava tracciata, ieri è arrivata la doccia fredda con la disposizione dell'assessorato regionale alla Salute di dare seguito secondo un definito cronoprogramma alla rimodulazione, con l'attivazione dei posti letto di riabilitazione e lungodegenza al Trigona.

Entro il 10 aprile - stabilisce la disposizione - i due reparti dovranno essere pronti laddove sino ad oggi sono allocati ginecologia e pediatria». È stata questa la scintilla che ha portato un centinaio di cittadini, con in testa il sindaco Corrado Bonfanti, diversi assessori e numerosi consiglieri comunali a presidiare il Trigona a partire da mezzogiorno e per tutto il pomeriggio.

Il finale sembra scritto, e da diverso tempo, anche se in questi ultimi giorni la città è stata presente e si è fatta sentire. «Valuteremo la situazione che non ha preso la stessa direzione che ci era stata garantita», ha detto Bonfanti. Da qui potrebbero scaturire le prime azioni di protesta come annunciato già domenica dal Comitato Pro Trigona-Insieme per la tutela della salute, l'organismo che ha deciso di ammainare simboli e bandiere di partiti e movimenti e che spontaneamente si è intestato la «nuova», seppur datata, battaglia.

L’articolo nell’edizione della Sicilia Orientale del Giornale di Sicilia

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