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Eloro, divelta la recinzione per il parco archeologico

Tracce di saggi clandestini, recinzioni interne poste a protezione degli scavi sradicate, per terra profondi solchi prodotti da mezzi meccanici: il parco archeologico di Eloro oggi è questo.

È la nuova pagina sullo stato di salute dei siti archeologici della città - dopo quella sui mosaici della Villa del Tellaro - scritta dal movimento «Notolibera». Una vera e propria indagine che ha portato i responsabili del movimento, il presidente Rosa Bologna e il responsabile della comunicazione Giorgio Giannone, a parlare di «luogo violato».

A cominciare dalla strada di accesso al sito che sorge a qualche chilometro dalla Colonna Pizzuta, a Noto Marina: «Della ringhiera in ferro - dicono Bologna e Giannone - sono rimaste solo piccole tracce. È stata tagliata e portata via, permettendo a chiunque di violare quel sito. La splendida cittadina greca, fondata sul finire dell'VIII secolo avanti Cristo, dopo essere stata rasa al suolo dagli Arabi, ora viene sfregiata dall'incuria degli attuali amministratori".

L’articolo nell’edizione della Sicilia Orientale del Giornale di Sicilia

 

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