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Mafia, sequestro di beni da 300 mila euro ad esponente del clan Nardo di Augusta

Sequestro di beni da 300 mila euro a Giuseppe Petullà, ritenuto vicino al clan Nardo di Augusta. La Dia di Catania ha dato esecuzione al sequestro di beni, emesso dal Tribunale di Catania - Sezione Misure di Prevenzione, su proposta del direttore della Dia, Giuseppe Governale, in sinergia con la procura distrettuale Antimafia.

Il patrimonio, oggetto del sequestro, consiste nel 100% delle quote del capitale sociale della società Agenzia del Centro S.r.l. con sede ad Augusta, per un valore complessivamente stimato di circa 300.000 euro.

Il clan Nardo gestisce gli affari nella provincia di Siracusa ed è collegato alla famiglia mafiosa Santapaola di Catania.

Nelle indagini Morsa2 e Nostradamus era già emerso il ruolo di Petullà. In quest'ultima indagine l'uomo è stato arrestato con Fabrizio Blandino, Renzo Vincenti Marcello  e Massimiliano Rizzo, accusati di di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione e altro.

Dalle  intercettazioni dei Carabinieri di Siracusa sarebbe emerso che Blandino mentre era ai domiciliari avrebbe mantenuto contatti con i vertici del clan Nardo, attraverso Petullà e Vincenti per acquisire disposizioni e ordini sulla commissione delle attività illecite nel territorio megarese, riscuotendone periodicamente i proventi.

L'operazione Parsifal ha fatto emergere la pericolosità di Petullà. Anche il collaboratore di giustizia Fabrizio Bladino ha sottolineato il ruolo all'interno del clan Nardo di Petullà.

Il provvedimento di sequestro  scaturisce dagli accertamenti patrimoniali svolti dalla Dia di Catania su Petullà. È emersa una  una netta sperequazione tra il valore dei beni a vario titolo posseduti, il tenore di vita mantenuto e le fonti di reddito documentate dal nucleo familiare.

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