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Lentini, la difesa del boss Brunno: "Non taglieggiò l'imprenditore"

"La famiglia di Sebastiano Brunno ha legittimamente vissuto nella casa in via Eschilo, a Carlentini, per cui non vi è stata alcuna estorsione". Lo ha detto il difensore di Brunno, l'avvocato Sebastiano Troia, al termine dell'udienza che si è tenuta al palazzo di giustizia di Siracusa dove si celebra un processo per estorsione.

Alla sbarra c'è proprio Sebastiano Brunno, conosciuto come Neddu a crapa, 57 anni, indicato dai magistrati della Procura distrettuale antimafia di Catania come il reggente del clan mafioso Nardo di Lentini.

Secondo quanto ricostruito dalla pubblica accusa, l'imputato, approfittando della sua caratura criminale, avrebbe messo alle strette un imprenditore edile, Antonino Sortino, costretto, sostanzialmente, a cedere uno dei suoi appartamenti, quello in via Eschilo, a Carlentini, alla famiglia del presunto boss, che l'avrebbe occupata per un periodo di tempo abbastanza lungo, senza versare nemmeno un centesimo.

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