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Avola, i familiari di un presunto boss chiedono il diritto di replica a scuola

AVOLA. "Quanto sta accadendo nella zona meridionale della provincia di Siracusa ed in particolare ad Avola è gravissimo: appare come un territorio fuori controllo, in cui, addirittura, i familiari di un capomafia condannato, Michele Crapula, chiedono ad una scuola la registrazione video-audio di una conferenza ed il diritto di replica per spiegare agli studenti le motivazioni per cui il proprio padre delinque".

A sostenerlo è il componente della Commissione parlamentare Antimafia Mario Michele Giarrusso. Il senatore e il vicepresidente della Commissione Antimafia, Luigi Gaetti, hanno scritto sul caso una interrogazione parlamentare indirizzata ai ministri dell'Interno, Marco Minniti e dell'Istruzione, Valeria Fedeli. "Michele Crapula &ndash spiegano nell'interrogazione i senatori del M5S - è un boss affiliato all'associazione mafiosa "Cosa nostra", in particolare al clan "Trigila", e condannato per diversi reati, fra i quali associazione di tipo mafioso.

Ha rivestito il ruolo di reggente e di capo del clan al quale appartiene e per tali motivazioni il boss è stato condannato ed è attualmente detenuto. Di recente, il clan Trigila ed i boss affiliati sono saliti alla "ribalta" nazionale grazie ad alcune inchieste condotte dal giornalista Paolo Borrometi. La famiglia Crapula continua, per il tramite di alcuni familiari del boss, ad esercitare interessi economici e mafiosi in città, ad iniziare dal settore delle agenzie funebri".

Il M5S, con l'interrogazione urgente, chiede quali iniziative di competenza intendano adottare i Ministri interrogati affinché siano favorite iniziative ispirate ai valori della legalità, venga evitato che i familiari del capo mafia Michele Crapula possano confrontarsi con gli studenti e affinché l'Istituto scolastico di Avola possa essere tutelato da possibili ritorsioni mafiose.

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