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Comunale licenziato per furto ad Augusta, il giudice: va riassunto

SIRACUSA. Tornerà al suo posto di lavoro da dipendente comunale ad Augusta Giuseppe Zanti, il sessantenne licenziato a luglio 2016 e reintegrato l’altro ieri dal giudice del lavoro di Siracusa, Filippo Favale, che ha accolto il suo ricorso, condannando il Comune all’immediato reintegro e al pagamento degli stipendi maturati dal giorno del licenziamento a quello del reintegro, oltre alla rivalutazione monetaria, agli interessi e al versamento dei contribuenti previdenziali e assistenziali.

La sentenza è praticamente identica a quella emessa, sempre dallo stesso giudice a febbraio scorso, nei confronti di un altro dipendente comunale Francesco Celeste, coinvolto nella stessa vicenda che risale ad aprile dell’anno scorso quando Zanti, insieme a Celeste e ad un altro dipendente, Giuseppe Di Masi, fu arrestato (ai domiciliari e poi rimesso in libertà con obbligo di firma) per aver preso parte ad un furto di mattonelle -poi restituite- da una piazzetta in via di realizzazione in contrada Campolato, durante l’orario di lavoro e con il furgone dell’Ente.

«Anche questa volta il giudice- ha fatto sapere l’avvocato difensore Ursula Raniolo, soddisfatta dell’esito del procedimento- ha ritenuto illegittimo il licenziamento dell’ufficio procedimenti disciplinari del Comune accogliendo la tesi difensiva secondo cui non sussiste la proporzionalità tra i fatti contestati e la sanzione del licenziamento.

Il Comune avrebbe dovuto adottare una sanzione conservativa, più mite rispetto al licenziamento che si applica nei casi più gravi». L’Ente dunque è obbligato a riassumere Zanti, ma è probabile che così come ha già fatto il mese scorso per Celeste, anch’egli già reintegrato, presenterà opposizione all’ordinanza del giudice del lavoro.

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