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Scandalo Cisma a Mellili: "Il trucco funzionava così"

MELILLI. Aveva agganci importanti la famiglia Paratore, al centro dell’inchiesta Piramide dei carabinieri del Noe su un traffico illecito di rifiuti nella discarica Cisma di Melilli. In questo sito, veniva smaltito il polverino dell’Ilva che avrebbe fruttato una montagna di denaro a Nino ed a Carmelo Paratore, padre e figlio, tratti in arresto insieme ad altre 12 persone.

La Paradivi servizi srl, società coinvolta nell’indagine dei militari e posta sotto sequestro, aveva ottenuto, da quanto emerge nell’ordinanza firmata dal Gip del tribunale di Catania, l’affidamento del “servizio di trasporto e logistico delle ecoballe dello stabilimento di tritovagliatura ed imballaggio di Giuliano (controllato dalla Sapna del clan camorristico Madauro) fino al porto di Napoli”. Per i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Catania emerge il ruolo di Carmelo Paratore che avrebbe coinvolto “un imprenditore di Caserta, responsabile della Xeco srl ed ex presidente del Cda della Eco 4, riferibile alla camorra”, attraverso il quale il titolare della Cisma avrebbe poi ottenuto un incontro con il vice ministro dell’Ambiente “propedeutico all’aggiudicazione dei rifiuti provenienti dall’Ilva di Taranto nel 2014” scrive nell’ordinanza di arresto il gip del tribunale di Catania.

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