SIRACUSA. La magistratura ha deciso di esaminare il maglione custodito nella bara di Eligia Ardita, l’infermiera per la cui morte è indagato il marito, Christian Leonardi. Gli inquirenti, il capo della Procura, Francesco Paolo Giordano e l’aggiunto Fabio Scavone, intendono accertare se nell’indumento sono conservate tracce di persone estranee alla cerchia dei parenti. Il sospetto, da parte dei genitori di Eligia, è che, in quel delitto, consumato nella casa in via Calatabiano, qualcuno possa avere aiutato il marito nell’inquinamento delle prove ma fino ad ora gli investigatori non hanno trovato elementi concreti a supporto di questa ricostruzione.
Un nuovo indizio, emerso nell’ultimo sopralluogo dei militari del Raggruppamento investigazioni scientifiche di Messina, potrebbe, però, cambiare lo scenario fin qui descritto: una traccia è stata scovata su un ripiano dell’armadio della camera da letto dove c’erano i vestiti della donna, tra cui quel maglione, fatto indossare, secondo la versione dell’accusa, dal marito poco dopo averla tramortita. Un cambio di abiti che, a parere degli inquirenti, sarebbe servito all’indagato per depistare la sua aggressione, culminata con il decesso della moglie e della piccola Giulia.
Il maglione, sospettano i familiari ed il legale, Francesco Villardita, potrebbe contenere sostanze organiche di altre persone e solo una comparazione del Dna sarà in grado di sciogliere tutti i dubbi. La riesumazione è stata fissata nei prossimi giorni e ci vorranno diverse settimane prima di avere il responso dei carabinieri del Ris.
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