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La morte di Eligia, gli esami del Ris: «Il Dna esclude alcuni sospettati»

L’avvocato Villardita ha presentato l’istanza ai magistrati per effettuare altri accertamenti ematici

SIRACUSA. I risultati del «Dna» sulle tracce prelevate nell’appartamento di Eligia Ardita, in via Calatabiano, avrebbero escluso la presenza in casa, nelle fasi del delitto, di alcuni sospettati. È questo l’esito dei rilievi compiuti dai carabinieri del «Ris» di Messina e comunicati ai magistrati, al capo della Procura, Francesco Paolo Giordano, ed all’aggiunto, Fabio Scavone, titolari dell’inchiesta sulla morte dell’infermiera di 35 anni e della piccola Giulia che portava in grembo.

L’unico indagato resta il marito della vittima, Christian Leonardi, accusato dagli inquirenti di omicidio volontario e tornato in queste ultime ore nel penitenziario di contrada Cavadonna dopo aver trascorso oltre un mese e mezzo nel carcere di «San Vittore», a Milano. I carabinieri del «Ris», nella seconda visita nella casa in cui il 19 gennaio scorso si è consumato l’omicidio, avevano prelevato dei campioni di saliva dei familiari di Eligia Ardita e di un altro gruppo di persone per compararle ad alcune tracce rinvenute nell’appartamento. Qualche sospetto era sorto nei confronti di una donna, la vicina di casa della coppia, ma i riscontri compiuti dagli inquirenti hanno escluso la sua presenza nelle fasi più cruente e drammatiche di quella serata.

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