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La madre di Eligia: basta violenza sulle donne

SIRACUSA. «Abbiamo il cuore infranto ma siamo decisi ad aiutare chi ha bisogno». Dentro la casa di Eligia Ardita, in via Calatabiano, sulle pareti e sul pavimento, sono visibili i rilievi dei carabinieri del «Ris» di Messina ma a sbiadire quei segni rossi, forse anche cancellarli per qualche minuto, sono il sorriso dei familiari dell'infermiera uccisa lo scorso gennaio dal marito Christian Leonardi, e l'armadio pieno dei corredi e dei giochi acquistati e pronti per la piccola Giulia che non ha mai visto la luce. È stato padre Filippo Todaro a benedire mercoledì sera, nella «Giornata internazionale contro il femminicidio», il centro antiviolenza che sarà gestito dalla «Fondazione Eligia Giulia Ardita».

Tra le stanze dell'appartamento, dove sono appese decine di foto di Eligia sorridente, troveranno rifugio donne che hanno subito violenza. «C'è anche uno spazio per i bambini - tiene a dire Graziella, la mamma di Eligia - perché queste donne possano trovare affetto tra queste pareti dove mia figlia avrebbe giocato con la sua piccola Giulia». Ed è proprio questo l'obiettivo della Fondazione che sarà presieduta da Luisa, la sorella di Eligia: dare coraggio e speranza a tante donne.

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