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La morte di Eligia Ardita, il padre: «Sequestrate la casa dove abitava»

«Chiarezza sulle ferite al capo riscontrate dal medico legale». L’avvocato del marito ha già contestato le conclusioni del perito

SIRACUSA. «È giunto il momento che la giustizia faccia passi importanti nella risoluzione della vicenda, a cominciare dal sequestro dell’appartamento dove si sono consumate le ultime ore della vita di mia figlia Eligia e della mia nipotina Giulia».
Un appello, l’ennesimo, quello di Tino Ardita alla magistratura che detiene il fascicolo sulla morte dell’infermiera di 35 anni, all’ottavo mese di gravidanza, deceduta il 19 gennaio scorso, in circostanze assai misteriose.

Il magistrato Magda Guarnaccia che coordina le indagini, dopo aver inizialmente indagato tre persone, il ginecologo della vittima ed il personale del 118 intervenuto nell’appartamento di via Calatabiano per soccorrere la donna, ha acceso i riflettori sul marito, Cristian Leonardi, iscritto di recente nel registro degli indagati per il decesso della moglie. Nonostante questo passaggio, il padre dell’infermiera, ha deciso di depositare al palazzo di giustizia una denuncia contro il genero, con cui si sono ormai rotti i rapporti, ed a supporto della sua tesi ha messo sul tavolo quella che la famiglia reputa la carta vincente in questa drammatica partita giudiziaria: la relazione del medico legale, Orazio Cascio, il consulente nominato dalla Procura per compiere l’autopsia sul cadavere della donna.

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