SIRACUSA. Un’inchiesta sulla catena di intimidazioni ai politici, della città e della provincia, è stata aperta dalla Procura. Nel fascicolo dei magistrati e del procuratore capo, Francesco Paolo Giordano, sono finiti gli avvertimenti con il fuoco che, negli ultimi 4 mesi, hanno destato molto allarme.
E nei faldoni, custoditi al quinto piano del palazzo di giustizia, ci sono soprattutto gli incendi alle auto: a quelle del consigliere comunale di Priolo, Patrizia Arangio, che siede nei banchi dell’opposizione, del marito di Daniela Tringali, anch’essa consigliere di Priolo, dell’ex vice sindaco di Melilli, Arcangela Palmeri, del consigliere del comune del capoluogo, Simona Princiotta, fino ai colpi di pistola contro la macchina di Ugo Mazzilli, consigliere a Lentini.
Una sequenza di episodi di difficile chiave di lettura ma la matrice sarebbe unica, quella legata all’attività politica. «Possiamo dire – spiega il capo della Procura, Francesco Paolo Giordano – che c’è la massima attenzione da parte del nostro ufficio. Stiamo lavorando su tutti questi episodi, del resto abbiamo un’inchiesta su cui stiamo concentrando tutti i nostri sforzi. Va detto – precisa il capo della Procura, Francesco Paolo Giordano – che ogni episodio ha una sua specificità in base al territorio dove si sono registrati questi casi. È bene dire che ogni realtà ha un suo profilo ma in via generale è indubbio che potrebbero esserci dei punti di contatto. Questo il fronte su cui stiamo lavorando alacremente, del resto non è un’inchiesta semplice perché abbiamo riunito tutti gli indizi e le relazioni raccolti dalle forze dell’ordine, carabinieri e polizia, che si sono occupati delle intimidazioni”.
Del resto, questi avvertimenti sarebbero stati anche al centro delle discussioni del comitato per l’ordine e la sicurezza che si riunisce in Prefettura. Ed a quanto pare, questo clima potrebbe avere come causa la crisi economica, così come aveva fatto intendere l’ex vice sindaco di Melilli, Arcangela Palmeri, nelle ore successive all’incendio alle sue due auto, parcheggiate sotto casa. L’allora capo dell’amministrazione, che prese il posto del sindaco, Pippo Cannata, detronizzato per effetto della legge Severino, aveva ventilato la possibilità che a scatenare le fiamme potrebbe essere stato un disperato, magari in cerca di lavoro.
“Quanto accaduto – spiega il capo della Procura di Siracusa, Francesco Paolo Giordano – è frutto della degenerazione della vita civile: un imbarbarimento che sta segnando i nostri tempi. Ma noi dobbiamo portare avanti le indagini e lo stiamo facendo con molta attenzione”.
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