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Uccise il marito, ma niente processo: «Non era capace di intendere e volere»

CARLENTINI. "All'epoca dei fatti Sebastiana Ippolito si trovava in condizione di incapacità di intendere e di volere, con condizione difetto di imputabilità della donna". Questo il risultato della perizia disposta dal Gip del Tribunale di Siracusa Andrea Migneco, effettuata dallo psichiatra Orazio Antonuccio su Sebastiana Ippolito, la casalinga di 60 anni che uccise il marito Alfio Vinci, pensionato di 72 anni, con 92 coltellate all'addome e al torace nella notte tra il 25 e 26 agosto scorso, all'interno della loro abitazione di via del Mare,98, nel quartiere Santuzzi a Carlentini.

L'uomo morì sul colpo a causa di uno shock emorragico per le gravi ferite riportare all'addome e al torace. La perizia psichiatrica è stata depositata il 12 novembre scorso, appena 76 giorni dopo consentendo al pubblico ministero Martina Bonfiglio di chiedere al Gip la revoca della misura cautelare in carcere e l'applicazione del ricovero in un Centro di terapia assistita per permettere alla donna di essere seguita dagli specialisti e poter avviare la fase di recupero psicologico.

 

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