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Parco archeologico di Siracusa, no del Tar alla sospensione

Il «Tar» di Catania ha respinto la richiesta della ditta «Fai costruzioni» di sospendere il decreto che individua l’area del parco archeologico della città. Patti: «Decisione importante per tutelare il territorio».

SIRACUSA. No del «Tar» alla sospensione del decreto che individua l’area del parco archeologico della Neapolis. Il giudice del tribunale amministrativo di Catania hanno respinto la richiesta presentata dalla società «Fai costruzioni», tra le imprese che hanno presentato il progetto per la realizzazione di un edificio alla Balza Acradina.

L’impresa ha chiesto al «Tar» di sospendere il decreto dell’assessorato regionale ai Beni culturali dello scorso 3 aprile con il quale veniva sancita la perimetrazione del parco archeologico della città. Un lungo percorso che non ha mancato di scatenare forti polemiche per i ritardi nel completamento dell’iter di istituzione del parco che consentirebbe di poter trattenere e utilizzare tutti gli introiti dell’area archeologica. «La società ”Fai costruzioni” che ha tra i suoi soci Massimo Riili, presidente provinciale dell’Associazione nazionale costruttori edili - ha dichiarato Giuseppe Patti - coordinatore cittadino dei ”Verdi” - ha presentato questo ricorso per chiedere la sospensione del parco archeologico della città. Un modo per cercare di continuare a costruire sulla Balza Akradina dove sono presenti vincoli posti dalla sovrintendenza ai Beni culturali».

Nell’ordinanza, va però detto che i giudici spiegano come il decreto che individua il perimetro del parco archeologico «rinvia a un successivo decreto per la sua costituzione» e questo «indice a escludere la diretta e immediata lesività del provvedimento per gli interessi della società ricorrente».

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