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Tagli e nessun investimento,
a Siracusa le ferrovie dimenticate

Tagli ai treni e nessun investimento per ammodernare la tratta. È protesta da parte del Comitato dei pendolari mentre il deputato nazionale del Pd Pippo Zappulla annuncia una «battaglia in aula»

SIRACUSA. Ferrovie all'anno zero. «Nessuna risorsa stanziata dal Governo per il raddoppio della linea ferrata tra Siracusa e Catania e per finanziare il progetto sulla variante di Tivoli che consentirebbe di evitare il passaggio all'interno dell'area industriale di Priolo». Protestano il Comitato regionale dei pendolari che con il coordinatore Giosuè Malaponti ha parlato di ”servizio allo sbando” ma anche l'ex segretario provinciale della Fit Cisl, Roberto Santospirito, che ha incalzato i sindacati chiedendo loro un'iniziativa forte con la convocazione in città di una conferenza dei servizi che veda riuniti i prefetti di Siracusa e Ragusa, la deputazione nazionale e regionale, gli assessori regionali ed i sindaci delle due città dopo l'assenza degli stanziamenti previsti nel decreto «Sblocca Italia». «È opportuno che Cgil, Cisl e Uil - ha detto Santospirito - facciano sentire la propria voce e dimostrino più interesse sui mancati investimenti infrastrutturali per la rete ferroviaria provinciale dimostrati dal Governo Renzi. Sulla vicenda invece si assiste solo a silenzi preoccupanti ed a continui tagli di tratte e nessuna risorsa stanziata. Non esiste, inoltre, al momento un vero progetto di intermodalità con trasferimento dei passeggeri dal treno ai pullman. Occorre poi inserire nel nuovo programma dei trasporti tra Catania, Siracusa e Ragusa, il progetto di variante con passaggio da Tivoli che consentirebbe ai convogli di evitare il transito all'interno della zona industriale di Priolo». Il Comitato regionale dei pendolari ha reso noti i risultati di uno studio sui treni in circolazione dalla stazione centrale verso Roma. Solo per la provincia si è passati negli ultimi cinque anni da 8 treni a lunga percorrenza a soli 4 in partenza da Siracusa con destinazione Roma, con dieci treni regionali soppressi nella tratta tra Siracusa, Ragusa e Gela. Un calo verticale anche dei servizi legati alla sicurezza testimoniato dall'eliminazione del carro soccorso trasferito da Siracusa a Palermo ed alla chiusura della direzione centrale operativa che coordinava da Siracusa il flusso ferroviario tra Siracusa e Caltanissetta. «Sono spariti i collegamenti diretti per Torino, Milano e Venezia - ha detto Giosuè Malaponti - tutti coloro che dovranno andare verso queste città dovranno arrivare a Roma e da lì cambiare treno per le proprie destinazioni finali». Tutto questo mentre si attende ancora la firma del contratto di servizio che legherà la Regione a Trenitalia annunciato dall'assessore regionale ai Trasporti, Nico Torrisi entro la fine di questo mese. «Da oltre vent'anni si parla di collegamento ferroviario tra Siracusa e Catania con l'aeroporto di Fontanarossa - ha spiegato il coordinatore del Comitato regionale dei pendolari - ma nel decreto Sblocca Italia quest'opera non è stata inclusa, mentre vengono finanziate le infrastrutture per gli aeroporti del Nord». Il parlamentare nazionale del Pd, Giuseppe Zappulla ha annunciato una battaglia in fase di conversione del decreto legge «Sblocca Italia» con la richiesta di destinare sulla provincia le risorse destinate all'ammodernamento della rete ferroviaria in provincia. «L'asse ferroviario della Sicilia orientale non può fermarsi a Catania - ha detto Zappulla - la stazione centrale, nel piano nazionale delle ferrovie è definita ancora stazione di testa, in cui si compongono e partono i treni. Il territorio necessita di una vera politica dei trasporti e della mobilità intermodale».

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