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Omicidio a Carlentini, «La uxoricida
ha tentato due volte il suicidio»

CARLENTINI. "La signora non si ricorda nulla dell'omicidio. Ha dei momenti di lucidità ma non sa descriverli. È ricoverata nella struttura dell'ospedale Cannizzaro e i magistrati sono in attesa che le condizioni di salute migliorino per interrogarla". A dieci giorni dall'omicidio di Alfio Vinci, 72 anni metalmeccanico ucciso dalla moglie, parla Fabio D'Amico che insieme all'avvocato Antonino Cicero, difendono la donna Sebastiana Ippolito, 60 anni, nella notte del 26 agosto scorsi uccise con ottanta coltellate il marito al termine di una colluttazione avvenuta nella camera da letto al primo piano dell'appartamento di via del Mare, 98 in contrada Santuzzi a Carlentini. La donna, subito dopo l'omicidio, tentò il suicidio nel bagno, ma rimase ferita. I due legali cercano di chiarire i contorni di una vicenda che ha sconvolto l'opinione pubblica carlentinese e lentinese. "L'omicidio è avvenuto in ambito familiare - ha detto Fabio D'Amico - destando molto clamore visto, che i due coniugi erano persone tranquille e senza problemi ed erano conosciuti sia a Carlentini che a Lentini. Una famiglia normale ben voluta da tutti e che rispettava il vicinato e non aveva mai avuto problemi. L'omicidio dev'essere ancora ricostruito e aspettiamo gli esami dell'autopsia e l'analisi dattiloscopici sul coltello utilizzato per uccidere il marito che dovrà essere effettuato. La signora non si è resa ancora conto della gravità dell'accaduto. E' una donna che aveva, ed ha, bisogno d'aiuto. In questi giorni ha tentato due atti di autolesionismo, ma non è riuscita grazie all'intervento dei sanitari della struttura che la tengono giornalmente sotto osservazione. Quella notte del 26 agosto ad avvisare le forze dell'ordine - continua l'avvocato Fabio D'Amico - sono stati alcuni dirimpettai, che hanno sentito le richieste d'aiuto della donna arrivare dal primo piano". Per il Gip Alessandra Gigli e il Pm Martina Bonfiglio non ci sono dubbi: si tratta di omicidio volontario. Ma i due avvocati annunciano una battaglia legale affinché "si tenga conto delle numerose e delicate circostanze". "Il Gip il 28 agosto scorso ha confermato la misura cautelare in carcere - conclude l'avvocato Fabio D'Amico - e i medici stabiliranno quando la donna potrà lasciare il reparto dell'ospedale Cannizzaro per essere trasferita in carcere. La difesa si è già opposta alla convalida del fermo, in quanto la signora non è fuggita dopo l'omicidio. Noi chiediamo, viste le condizioni di salute, gli arresti domiciliari e il trasferimento in una struttura pubblica adeguata. Chiederemo, oltre all'esame dattiloscopico del coltello sia sulla lama che sull'impugnatura, una visita psichiatrica sulla stato psicologico per accertare se effettivamente la donna sia stata capace di intendere e di volere. Chiederemo al Gip di nominare un perito che proceda subito all'incidente probatorio e di accertare la depressione della donna, iniziata nel 2008 dopo la morte della figlia. Stabilire il movente che ha portato all'omicidio".
I funerali di Alfio Vinci si svolgeranno oggi, alle 16, nella chiesa Santa Tecla a Carlentini. La celebrazione sarà presieduta dal parroco don Luca Gallina.

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