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Siracusa, giro di vite sugli ambulanti

Dopo le parole del ministro Alfano costituito un gruppo interforze per intensificare i controlli. Ma i bagnanti bocciano l’idea: «Non sono un fastidio»

SIRACUSA. Le parole del ministro Angelino Alfano hanno portato alla costituzione di un gruppo interforze e a riunioni in Prefettura. Ma i primi a ”bocciare” l’editto contro i venditori ambulanti presenti lungo le spiagge del litorale sono proprio i bagnanti, che dovrebbero essere le ”vittime” di quella che è stata definitiva una invasione. Il coro è quasi unanime, tranne quale lamentela che riguarda più zone come il centro storico che le spiagge, e parla di «persone che non infastidiscono nessuno e lavorano spesso camminando per ore sotto il sole». Dall’altra parte, però, le direttive del ministero dell’Interno sono precise ed è per questo che il prefetto Armando Gradone, nei giorni scorsi ha presieduto un incontro alla presenza dei rappresentanti delle forze dell’ordine con l’obiettivo di elaborare un programma di controllo su tutto il territorio provinciale, sia lungo le spiagge che nei centri abitati.
L’attività di verifica, con un gruppo interforze, è iniziata già da qualche giorno e ha portato ad alcuni sequestri, soprattutto nel centro storico di Ortigia, nei confronti di alcuni venditori di merce taroccata. «I controlli saranno intensificati - ha spiegato il comandante della polizia municipale Enzo Miccoli - ma bisogna guardare il problema sotto tutti i punti di vista, non solo rispetto a chi vende merce in spiaggia». Proprio per questa ragione ci saranno verifiche in tutta la provincia con particolare attenzione per i centri abitati più che per le spiagge. Per il comandante della polizia municipale, però, deve essere un altro l’approccio al problema. «Più che il luogo - ha dichiarato Miccoli - bisogna capire chi ha le autorizzazioni. Non è solo un problema di stranieri o meno ma di chi vende merce contraffatta e di chi esercita in maniera abusiva. In spiaggia si può pure vendere ma bisogna possedere le autorizzazioni necessarie». Miccoli spiega che «saranno effettuati servizi mirati anche sulle spiagge ma insieme agli esperti dell’Azienda sanitaria provinciale ci concentreremo anche su aspetti come autorizzazioni e tracciabilità dei prodotti». L’attenzione sarà dunque massima soprattutto per il commercio abusivo e per la vendita di merce taroccata. Un fenomeno legato soprattutto alle zone turistiche della città. «Vendere prodotti contraffatti comporta illeciti penali rilevanti - ha aggiunto Miccoli - e dobbiamo anche contrastare il fenomeno dell’abusivismo. Sono questi gli aspetti che avranno la priorità nelle nostre attività».
Per quanto riguarda le spiagge, lungo il litorale si vedono anche ragazzi molto giovani e in tanti vendono praticamente di tutto, dai prodotti tradizionali come cappelli, bracciali e collane alle più ”moderne” e richieste cover per gli smartphone. Ma sulle spiagge, la presenza dei venditori non sembra essere vissuta in maniera problematica. «Io sono sconcertata per le parole del ministro - sostiene Francesca Lo Bello - penso che non si possano accettare prese di posizione di questo tipo contro persone che non fanno altro che lavorare. Poi non danno fastidio a nessuno, provano a vendere la propria merce ma se gli si dice di no non insistono». «Direi che i problemi sono decisamente altri - ha aggiunto Gianluca Piccione, anche lui in spiaggia in questo fine settimana di Ferragosto -. Vengono a lavorare e li vedi stare tutto il giorno sotto il sole. Non capisco davvero quale fastidio diano. Non mi sembra nemmeno che ci sia tutto questo incremento di persone che girano lungo la spiaggia». C’è chi poi allarga il discorso e guarda non solo alle giornate trascorse sotto il sole, in spiaggia. «Io penso che bisognerebbe guardare ad altri aspetti piuttosto che fermarsi alla loro attività in spiaggia - sostiene Licinio La Terra Albanelli - mi chiederei per esempio chi si occupa di queste persone quando magari stanno male o hanno problemi di salute. Non si può limitare il tutto a dire ”no grazie” ma bisognerebbe invece capire in che condizioni vivono e a chi si rivolgono quando hanno bisogno di aiuto magari se stanno male».

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