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Comune di Siracusa, giunta senza pace: Sel ritira l'appoggio

SIRACUSA. Il segretario provinciale del Pd Carmen Castelluccio consegna alla direzione del partito la decisione sul da farsi con l’amministrazione del sindaco Giancarlo Garozzo. Che intanto perde il sostegno di Sel. «Sinistra, ecologia e libertà», in aula con Enrico Lo Curzio, dopo il divorzio di Alessandro Acquaviva, ha deciso di chiudere il rapporto con il sindaco accusandolo di «comportamento scorretto». In una nota firmata dai vertici provinciale e comunale Vincenzo Vitale e Andrea Buccheri, Sel si dichiara «non interessata al regolamento di conti del Pd, quanto piuttosto al prestigio ed alla dignità di Siracusa». «Abbiamo un’altra idea della città», dicono gli esponenti di Sel parlando di Ortigia, parco archeologico, assetto urbanistico, porto. E sollecitando un confronto. «Caro sindaco - dicono i tre esponenti di Sel - non è l’età che fa il rinnovamento ma i comportamenti che si adottano».«Il rimpasto effettuato - dice ancora Sel - lascia attoniti per molte ragioni». Nel frattempo la situazione nel Pd resta tesa. «Sarà la direzione provinciale Pd a decidere come impostare il rapporto con l’amministrazione comunale - dice Castelluccio - io farò una proposta. Ognuno trarrà le proprie conclusioni». La richiesta di convocazione alla direzione provinciale è già partita. E non solo quella. Chiesto anche un incontro con il gruppo consiliare e la convocazione del tavolo del centrosinistra. Castelluccio prende le distanze da quella che è definita «fuga in avanti» del deputato regionale Bruno Marziano. «Si riconosca però - dice - che il Pd è fuori dalla giunta». Salvo Baio, ex presidente del consorzio universitario guarda con interesse alla possibilità di un recupero del dialogo avanzata in questi giorni da Castelluccio e «che prescinde - dice - da giochini tra le diverse aree del Pd e dalla presunta nascita di un nuovo asse tra renziani e area Dem». «Fuori controllo invece - dice Baio - le posizioni dell’area Cuperlo. Quando si annuncia ”l’assedio alla cittadella”, e si parla, con riferimento al sindaco di ”obiettivi inconfessabili” e della necessità di ”alzare l’asticella della legalità”, di atti amministrativi da passare al setaccio della liceità, si esce dal terreno della politica e si finisce per porre una pregiudiziale morale». «Considero Garozzo un amministratore perbene - aggiunge Baio - e ammesso e non concesso che ci sia un problema morale, dovremmo capire se esso è precedente o successivo al rimpasto. In linea logica dovremmo escludere che sia preesistente. Moschella e Lo Giudice non avrebbero esitato a denunciarlo. Nè può essere nato all’indomani del rimpasto». A Marziano poi un invito: «che la polemica non esca dall’ambito politico». Condivise invece alcune posizioni espresse da Moschella «vero signore della politica» circa «la mai sopita voglia di regolamento di conti nel Pd». Il rapporto Garozzo-Pd è definito «anomalo», «tanto più che Garozzo è leader dei renziani». Sul caso Siracusa si chiedono risoluzioni immediate, a qualunque livello. Da registrare anche un intervento di Donatella Lo Giudice che invita a «sedersi attorno ad un tavolo e trovare una via».
Tensioni pure nel Megafono. Carmelo Spataro attacca l’assessore regionale Mariarita Sgarlata e i consiglieri comunali per la «solidarietà e il sostegno al sindaco» legato alla «momentanea riconferma della Cavarra in giunta». «Tutto questo - dice - fino a quando si procederà ad una nuova verifica, sostituendo Cavarra indicata a suo tempo in solitudine». «Parlare a nome di un movimento come il Megafono - dice Spataro - che per opportunità e cinismo è stato, soprattutto da parte dell’assessore regionale, scambiato per una comoda carrozza su cui salire o scendere a seconda il proprio destino personale, piegando valori e ragioni fondative, ad ambizioni personali. Il tutto in attesa di un nuovo rimpasto a Palermo». «Alla Sgarlata suggerirei - conclude - di evitare di parlare una volta a nome del Megafono ed un’altra a nome dell’area Renzi del Pd, partito a cui non mi risulta iscritta».

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