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Siracusa, la rabbia dei ristoratori di Ortigia: «L’abusivismo è ormai dilagante»

SIRACUSA. Monta la rabbia dei ristoratori di Ortigia che puntano l’indice contro gli abusivi. I riflettori sono accesi sui gestori di bar che, pur non essendo autorizzati, servono pasti caldi ai clienti, per lo più turisti.
Nei giorni scorsi, la polizia municipale ed i carabinieri di Ortigia, al termine di un’operazione di controlli, hanno sanzionato 4 commercianti, tra cui il titolare di un bar che vendeva cibo ”sfornato” dalle proprie cucine, nonostante non potesse farlo. «Dobbiamo denunciare - scrivono in una lettera i ristoratori - il fatto che l’abusivismo dentro il centro storico ha assunto caratteristiche e dimensioni non più sostenibili. In pratica, Siracusa, nel settore della ristorazione, è diventata terra di nessuno, dove chiunque voglia, senza licenza, senza attrezzature idonee, serve pasti alla clientela. A farlo sono, prevalentemente, i titolari di licenze che non comprendono la categoria A, specifica per la ristorazione, come bar, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie e tavola calda. Ora, al danno della concorrenza illegale si somma anche la beffa dei controlli a cui sono soggetti i ristoratori e che conducono a sanzioni». Per la verità, in quei controlli, conclusi dalla polizia municipale e dai carabinieri, oltre a quel gestore del bar, sono stati sanzionati due ristoratori: il primo perchè non sarebbe riuscito a specificare la provenienza del pesce che avevano sul bancone, a dispetto della legge che ritiene imprescindibile la tracciabilità del cibo, il secondo, invece, è stato multato per occupazione di suolo pubblico. Ma il gruppo di ristoratori invoca la tolleranza zero nei confronti degli abusivi. «Questo stato di cose - scrivono nella lettera - non può essere tollerato perchè stride con il concetto di libera concorrenza e di legalità e siccome siamo certi che le autorità interverranno ci limitiamo a dire che se, invece, dovesse perdurare lo stato di cose attuali - concludono i ristoratori nella lettera di denuncia - ci vedremo costretti ad adire le vie legali».

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