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Noto, un escavatore dato alle fiamme

NOTO. Un incendio ha danneggiato un escavatore di un’impresa edile di Palazzolo, impegnata nei lavori per la realizzazione di un parcheggio privato all’ingresso di Noto, a ridosso della caserma del distaccamento dei vigili del fuoco.
Il rogo è scoppiato nella notte tra lunedì e martedì scorsa e sono stati i pompieri ad arrivare per primi al cantiere, ricavata vico Andrea Arciato, dove era parcheggiato il mezzo. Per gli agenti del commissariato di polizia di Noto, al comando del dirigente, Giuseppe Grienti, l’incÈendio è di matrice dolosa: sono stati rilevati dei campioni, trasferiti nei lavoratori degli inquirenti, che non lasciano spazio ad alcun dubbio. Si tratterebbe di un avvertimento e come spesso capita in episodi del genere occorre stabilire la chiave di lettura del messaggio.
Una delle ipotesi è che ad innescare le fiamme siano stati i ”picciotti” del racket delle estorsioni, del resto, recenti indagini della polizia in collaborazione con i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Catania, hanno svelato l’esistenza di un gruppo, legato al clan «Trigila», che bussa alle porte delle vittime a colpi di attentanti incendiari. Un modus operandi che è come una sorta di firma ma la pista delle estorsioni non è l’unica presa in considerazione dagli agenti del commissariato di polizia. Non è il primo incendio ad un mezzo appartenente ad un’azienda edile, anzi negli ultimi sei mesi ce ne sono stati 4. Un numero abbastanza importante e gli inquirenti hanno notato che sussistono degli elementi ricorrenti: le ditte prese di mira non sono di Noto ma di altri Comuni della provincia.
Forse, una casualità, magari una coincidenza anche se le forze dell’ordine sono abituate a non escludere nulla sotto l’aspetto investigativo. Sono stati presi i fascicoli di tutti questi casi nel tentativo di comprendere se esiste un unico filo conduttore. I lavori al parcheggio erano ormai in dirittura d’arrivo, mancava davvero poco per la consegna dell’opera ai proprietari, che sono di Noto.
Il titolare dell’impresa è stato già sentito dagli agenti del commissariato di polizia e non saprebbe darsi una spiegazione. Non avrebbe ricevuto minacce o richieste di denaro nè avrebbe ricevuto qualche visita ”strana” nei giorni scorsi.

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