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Priolo, Isab Sud: polemiche sulla manutenzione

PRIOLO. L’inchiesta della Procura sull’incidente avvenuto alla raffineria «Isab Sud» di Priolo è, per il momento, a carico di ignoti. L’ipotesi di reato è di danneggiamento ma per accertare le cause che hanno scatenato prima l’esplosione e poi l’incendio all’impianto «Power Former», usato per la lavorazione delle benzine, ci vorrà ancora del tempo. I carabinieri della stazione di Priolo e gli agenti del commissariato di polizia hanno sentito alcuni dirigenti della raffineria, controllata interamente dal colosso russo della Lukoil, per tentare di ricostruire quei minuti drammatici. Nonostante la gravità dell’incidente, non ci sono stati feriti anche se si sono corsi seri rischi, tenuto conto che il boato è stato avvertito ad oltre 10 chilometri di distanza. Gli inquirenti hanno acquisito alcune documentazioni, tra cui i registri con il personale che era di turno: elementi che serviranno ai magistrati della Procura di Siracusa per arricchire il proprio mosaico, che manca ancora di molti tasselli importanti. L’azienda ha fatto sapere di avere iniziato le prime operazioni per rimettere in marcia la produzione che, poco dopo lo scoppio dell’incendio, è stata fermata.
L’incidente ha scatenato delle furiose reazioni e venerdì, alle 11, in Prefettura, «si riunirà la Commissione attività produttive della Regione per fare chiarezza sulle cause che hanno portato all’esplosione ed all’incendio alla Isab Sud di Priolo» spiega il presidente della stessa Commissione, Bruno Marziano, parlamentare del Pd. Sono stati invitati gli assessori regionali alle Attività produttive ed al Territorio ed Ambiente, Linda Vancheri e Mariella Lo Bello. Duro l’affondo del deputato all’Ars del Pdl, Enzo Vinciullo, che parteciperà al vertice della settimana prossima insieme a Pippo Gianni, esponente di Centro democratico. «Bisogna chiarire - ha detto Vinciullo - incontrando i proprietari degli impianti, se negli anni hanno fatto richiesta di autorizzazione per eseguire lavori di messa in sicurezza e gli enti incaricati di questo compito non hanno dato le autorizzazioni di legge; addirittura, sembrerebbe che molte richieste siano in attesa di parecchi mesi se non di anni». Secondo il segretario provinciale della Cgil, Paolo Zappulla «gli incidenti non sono mai frutto del caso». E punta l’indice contro l’azienda. «Il primo elemento su cui riflettere riguarda questa lunghissima transizione nell’assetto proprietario della raffineria Isab, che adesso riguarda anche Isab Energy. Per 5 anni, tanto è durata la comproprietà di Erg e Lukoil, sulla raffineria non sono stati fatti investimenti, eccetto quelli relativi alla manutenzione dell’esistente. Nessun investimento che ne migliorasse il processo produttivo e tecnologico, che rendesse la raffineria più affidabile e competitiva». Il deputato nazionale del Pd, Sofia Amoddio, ha presentato due interrogazioni parlamentari ed incalza il nuovo governo di Matteo Renzi. «Sino ad oggi il governo è stato impegnato - dice Sofia Amoddio - dalle emergenze ambientali Ilva e Terra dei fuochi ma credo che non sia necessario attendere eventi tragici perché il governo si occupi senza indugio del polo industriale della provincia di Siracusa». Per il coordinamento provinciale di «Sel» «le misure di prevenzione e di tutela dell’incolumità dei lavoratori e residenti devono essere considerati prioritari». I sindacati dei vigili del fuoco, Conapo e Usb, denunciano «la vulnerabilità di tutti gli impianti esistenti nelle Raffinerie del polo industriale» ed annunciano la presentazione in Procura di un esposto anche per evidenziare i tagli che saranno imposti al corpo dei pompieri. Infine la Commissione ambiente del Comune di Siracusa «sollecita le aziende del polo industriale a investire sulla manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti».

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